Tabù e sesso: sempre più donne attratte dall’hard

Con la collaborazione della dott.ssa Laura Rivolta - Psicologa e Psicoterapeuta, specializzata in Sessuologia Clinica e in Terapia Sistemica Relazionale


Fino a qualche tempo fa sarebbe stata pura utopia chiedere ad una donna se avesse mai guardato (anche in compagnia) un film a luci rosse. E la risposta, oltre ad era assolutamente negativa nella maggior parte dei casi, per alcune era a dir poco sconvolgente. Ma le cose, come spesso accade, cambiano; una ricerca europea sul consumo di pornografia su Internet ha recentemente rivelato che uomini e donne digitano più o meno con la stessa frequenza la parola “sex” o “porn” su Internet. Addirittura da un’indagine condotta dalla Durex sulle abitudini sessuali della popolazione mondiale, è emerso che l’11% delle donne vorrebbe vivacizzare il sesso, proprio attraverso l’uso della pornografia, mentre il 26% effettivamente lo fa.

 

Pornografia: la curiosità è donna!

Per la donna l’avvicinarsi alla pornografia è legato alla curiosità e alla conoscenza ludica rispetto ad uno strumento che fino a tempo fa, ha sempre attratto l’altro sesso che del materiale pornografico ha fatto uso e spesso abuso. Le donne per pudore, per tabù culturale o per vergogna, evitavano di visionare materiale pornografico. Oggi l’universo femminile è decisamente più disinibito, meno scandalizzato e condizionato da un punto di vista sociale e psicologico, ma anzi osa di più; da qui, l’approccio all’erotismo su Internet (canale più diretto e discreto). Oggi la donna ha una coscienza e consapevolezza di sé maggiore ed esplorare anche questa realtà rappresenta un’opportunità di apprendimento, una sorta di aggiornamento e di ispirazione per poi passare alla pratica.

Ispirazione sì, ma anche solitudine

Le donne usano la pornografia in base al loro stato d’animo e alla condizione emotiva e psicologica che vivono in quel momento; alcune lo fanno per compensare una propria solitudine, in attesa di intraprendere una relazione di coppia; altre, ricercano “ispirazioni” per sedurre o migliorare il rapporto con il partner. Soprattutto se la donna si percepisce insicura tenderà a voler affinare la propria arte amatoria anche attraverso questo mezzo. Ci sono però, donne che ricorrono alla pornografia con modalità compulsive e possono sviluppare una sorta di dipendenza pari a quella maschile. Ma aldilà della motivazione legata allo stato d’animo è possibile affermare che l’atteggiamento femminile prevalente è quello di “vedere” per stimolare/sollecitare la propria fantasia erotica e questo, ha certamente una valenza molto positiva per la donna e per la coppia.

 

Cosa piace alle donne

Ci sono differenze nella scelta delle tipologie di pellicole pornografiche tra i due sessi. Le donne cercano una pornografia che preveda una storia, una complessità di dinamiche e di situazioni. Preferiscono materiale dinamico, di contro gli uomini tendono a privilegiare immagini fisse, statiche. Le donne preferiscono pellicole/commedie dove la dimensione del racconto riveste un significato. Il percorso narrativo e di immagini  è ricco di dettagli e di sfumature, i racconti sono più articolati e seguono una evoluzione dinamica. Gli uomini invece, preferiscono immagini statiche e fisse, perché nel loro percorso di eccitazione sono più sensibili al canale visivo. Rispetto a determinati contenuti scenici, per esempio di masochismo o soft sadismo, uomini e donne non presentano differenze significative, tutto dipende dal bisogno specifico di colui/colei che cerca. E così sia uomini che donne, possono ricercare immagini di questo tipo con la stessa frequenza.

 

Modi e tempi di visione

Le donne generalmente guardano video pornografici su Internet quasi sempre da sole o al massimo con il proprio partner e, molto raramente, con le amiche a differenza degli uomini che, un po’ per goliardia, un po’ per cultura, si ritrovano a visionare il materiale pornografico tra amici ed è l’uomo che prende l’iniziativa nel chiedere o nel desiderare di condividere con la propria compagna questo genere di film.

 

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