Studiare in vacanza

Domani il calendario segnerà ufficialmente l’inizio della stagione estiva e da qualche giorno ormai le scuole hanno chiuso le porte ai loro alunni per ritrovarsi tra tre mesi per un nuovo inizio. E allora, oggi, come mai parliamo di compiti?

L’argomento è tra i più caldi del momento e come ogni anno i pareri sono discordanti. Ci sono, infatti, i favorevoli e i contrari. E c’è anche chi quest’anno è uscito completamente fuori da ogni schieramento e ha dato il suo innovativo contributo.

Mi riferisco al professore Cesare Catà, insegnante al Liceo delle Scienze Umane "Don Bosco" di Fermo, famoso ormai in tutto il web. Egli ha deciso di assegnare ai suoi studenti 15 “compiti” per l’estate davvero originali: dall’andare a vedere l’alba in silenzio e appagati al ballare senza vergogna, dal sognare la vita futura all’essere allegri come il sole e indomabili come il mare. Chi non desidererebbe un professore così!?

Rimanendo, però, all’interno dei consueti e tradizionali dibattiti su “compiti sì, compiti no” vediamo come ci siano coloro che ritengono indispensabile il fatto di non far perdere agli alunni il ritmo di studio e che considerano quindi la pausa estiva negativa poiché (secondo il loro parere) impedisce di consolidare ciò che si è appreso nei nove mesi scolastici. Pertanto studiare durante le vacanze può servire a rafforzare l’apprendimento ed evitare di ritornare tra i banchi a fatica.

Dall’altro lato ci sono coloro i quali sono a favore del riposo estivo come momento di relax e di ricarica per l’inverno successivo sicuramente ricco di impegni e doveri. Anche i compiti estivi, infatti, possono diventare una fonte di stress dal momento in cui ci si sente obbligati a dedicarsi controvoglia a questa attività che genera oltretutto spesso degli scontri tra genitori puntigliosi e figli svogliati. E allora? Quale posizione prendere? 

Difficile schierarsi da una parte o dall’altra. Più semplice forse seguire i compiti per il benessere dell’anima suggeriti dal prof di Fermo. Ma è bene sottolineare come sicuramente il periodo estivo rappresenta un momento insostituibile per il recupero delle energie fisiche, psicologiche e mentali utili a ricominciare a settembre seppur al contempo è stato dimostrato come una totale inattività estiva rappresenti una minaccia per il consolidamento dell’apprendimento.

Basterebbe, insieme ai figli, stabilire un piano di lavoro organizzando orari, giorni e momenti da dedicare allo studio senza troppo stress. E soprattutto, non fateli iniziare a studiare da subito ma lasciate loro una pausa di almeno venti giorni prima di riaprire i libri.

Ecco che forse, con un po’ di elasticità si possono trovare delle spiegazioni valide per non odiare questi famosi “compiti per le vacanze”. Del resto non è solo dai libri che si possono apprendere nuove nozioni e approfondire le conoscenze perché d’estate potersi dedicare ai viaggi, ai giochi coi coetanei, alla socializzazione e ad altre attività creative contribuisce a stimolare il cervello ed accrescere le proprie abilità. Non è anche questo istruttivo?

Buone vacanze, studenti!

Dott.ssa Florinda Bruccoleri
Psicologa, Psicoterapeuta analista transazionale,
Psicooncologa ed esperta in psicologia forense.
Sito web: www.florindabruccoleri.it

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