Stalking: studio commissione capitolina, solo 65% denuncerebbe (2)

(Adnkronos) - Il trend in assoluto di donne uccise per mano di un familiare o un partner e' in costante ascesa dal 2009 (nel 2011 sono state uccise 128 donne, dieci in piu' dello scorso anno). Una percentuale significativa di queste morti vede come ''movente'' gli atti persecutori anche a seguito denunce-querele o richiesta di misure cautelari. Nei risultati di una ricerca realizzata dall'Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia - Istituto di Ricerca Psico Sociale in collaborazione con il sindacato di polizia Coisp, nella citta' di Roma a tre anni dall'approvazione dell'articolo 612 bis c.p (Atti persecutori) si riflette la realta' vissuta dalle vittime e i loro reali bisogni.

La ricerca, affidata dalla Commissione Sicurezza di Roma Capitale, conferma la necessita' del progetto finanziato dall'assessorato alle Politiche Sociali e della Famiglia della Regione Lazio che prevede uno sportello di ascolto e consulenza e percorsi di ri-socializzazione individuali e di gruppo per presunti autori di violenza e stalking nonche' incontri di supervisione e formazione per gli operatori socio sanitari e della sicurezza. Tutti i servizi sono gratuiti.

Da tanti anni l'Osservatorio Nazionale Stalking insiste sull'assoluta ed urgente necessita' di lavorare con i presunti autori per diminuire l'incidenza di questo reato. Secondo le indagini dell'associazione, uno stalker su tre, dopo la denuncia (e talvolta dopo la condanna) continua imperterrito a perseguitare la vittima, spesso con una ferocia maggiore al periodo precedente; non di rado questa condotta sfocia in atti gravi, tra cui l'omicidio della perseguitata. (segue)

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