Specchio dei tempi

Una lettrice scrive:
 

«Sono una paziente della Psicologia Oncologica della Città della Salute di Torino, diretta da Riccardo Torta, e ho saputo con grande angoscia che il Centro verrà declassato a struttura semplice. Al di là delle classificazioni burocratiche, temo che ciò comporterà come inevitabile conseguenza un abbassamento nella qualità di un servizio che per me e per la mia famiglia è un aiuto fondamentale per affrontare e combattere la malattia. Apprendere di essere malati di cancro, sopportare terapie molto pesanti per lungo tempo, affrontare la progressione della malattia, convivere con l’inefficacia delle cure, vedere la devastazione che tutto ciò crea in famiglia. Sono fardelli che per me sarebbero quasi insostenibili senza un ausilio psicologico. Quante volte mi sono sentita dire, da medici e non, “in questo tipo di malattia è l’atteggiamento psicologico che conta”. In questa situazione, mi chiedo perché privare noi malati e i nostri cari di questo “ossigeno” che, oltretutto, sul totale delle spese erogate a ciascun paziente nella lotta contro il cancro mi sembra pesare davvero poco.Non sarebbe meglio, quindi, unire le forze e cercare di “declassare” il cancro, invece delle strutture che lo combattono?Vorrei, perciò, che venisse riconsiderata la decisione, per continuare a usufruire appieno dei servizi messi a disposizione dalla Psicologia Oncologica, centro di eccellenza italiano ed europeo, vero punto di riferimento per tutti noi che soffriamo e per le nostre famiglie che ci assistono». 

Marta Ricci
 


 

Due lettori scrivono:
 

«L’altro giorno volevamo andare a visitare le Officine Grandi Riparazioni di Torino. Ci siamo come di consueto documentati tramite internet e dopo esserci sincerati degli orari di visita siamo partiti. 

«Una volta arrivati a destinazione ci siamo accorti di qualcosa di strano, abbiamo trovato tutto chiuso! E siamo rimasti sbigottiti quando, suonando al campanello del custode, ci siamo sentiti dire che le Ogr probabilmente non riapriranno più. E’ con grande rammarico che constatiamo che Torino sta perdendo sempre più facilmente occasioni di crescita. E’ possibile che un museo di questo tipo si possa chiudere? Almeno aggiornare il sito?». 

Marco e Serena
 


 

Un lettore scrive:
 

«In una città bellissima come Torino avere i Murazzi “puliti” di giorno è stupendo, e francamente ci voleva. Contando che però i “muri” erano famosi soprattutto per la vita notturna fanno molta tristezza a vederli la sera. Vuoti. I miei amici di Erasmus che sono venuti a Torino la prima volta sono rimasti colpitissimi (in senso molto positivo) dai Murazzi e sono rimasti scandalizzati quando hanno saputo che non solo li hanno chiusi, li hanno fatti sparire. Giusto metterli a norma, per carità, ma che a Torino esista un movimento anti-movida lo trovo scandaloso. Troppi schiamazzi? troppo rumore? Io abito a 15 km dal centro in un posto tranquillissimo, la sera mi addormento nel silenzio, ma ci metto un’ora e mezzo in pullman se voglio andare all’università. Non è possibile che un centinaio di persone sequestrino il divertimento dei giovani e lo mettano in un cassetto. Come non è possibile che si viva sopra i “muri” e si pretenda di vivere in campagna. Lunga vita ai “muri”».
 

Angelo Lob
 


 

Un lettore scrive:
 

«Chiedo nuovamente alla Gtt per quale motivo la linea 11 sia abbandonata a se stessa. Non ci sono mai i controllori,. Ho un orario flessibile e vi assicuro che dalle ore 16 in poi i controlli non ci sono mai! Gruppi di rom che mangiano e bevono da Porta Nuova a corso Giulio lasciando il mezzo pieno di rifiuti. Non è una questione di razzismo ma di senso civico! La maggior parte degli utenti sono addossati alle porte per vigilare e rubare qualcosina da borse o tasche, ovviamente senza biglietto! Tanto paghiamo noi con i nostri soldi anticipati per un anno alle casse della Gtt! «Chiediamo più rispetto per i pendolari che come noi necessitano di un servizio pubblico decente: fate lavorare permanentemente un controllore!»
 

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p.p.
 

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