SISMA: ”L’AQUILA SI AIUTA CON LE LUCI ACCESE” UNIVAQ …

L’AQUILA - "Per aiutare concretamente la popolazione aquilana terremotata, è importante non spegnere i riflettori sulla città".

Un’affollatissima aula magna del dipartimento di Scienze umane dell'Università dell’Aquila, ha accolto stamani il convegno “Reagire propria-mente”, nato dalla collaborazione tra l’Associazione Italiana per la Gestione dello Stress nelle Forze dell'Ordine e del Soccorso (Aigesfos), la Croce Rossa Italiana, la Protezione civile e il dipartimento di Medicina Clinica, Sanità pubblica, Scienze della vita e dell’ambiente (Melva) dell’ateneo aquilano.

Tra i relatori, Anna Maria Giannini, docente di Psicologia dell’Università “La Sapienza” di Roma, Massimo Casacchia, professore di Psichiatria dell’Università dell’Aquila, Maria Grazia Cifone, direttore del dipartimento di Medicina dell’Università dell’Aquila. 

"In questa città - ha detto la Giannini ad AbruzzoWeb - c’è stata una tragedia terribile, un terremoto devastante, ma quello che ho capito è che le persone qui all’Aquila hanno dimostrato di avere energie straordinarie, hanno dato il massimo per riprendersi, ma quanto prima meritano di tornare ad avere una vita normale, anche se per chi ha perso un figlio o una persona cara,ma vanno ricreate quelle condizioni di vita per permettere loro di andare avanti. Un Paese civile deve fare questo".

La Giannini ha poi detto di essersi confrontata con i colleghi del territorio aquilano che vivono il post-sisma.

"In tutti gli episodi a forte impatto - ha affermato la Giannini - sul momento si affaccendano, cercano di fare qualcosa, quindi mettono in campo le energie, l’adrenalina. Ma a un certo punto i riflettori si spengono e le persone si rendono conto che la vita di prima non c’era più e che stanno vivendo in maniera diversa".

Per questo, ha aggiunto, "è importantissimo continuare a portare aiuto oltre il soccorso immediato. Servono interventi a lungo termine, questa popolazione ha sofferto tantissimo e continua a soffrire tantissimo".

"Nel momento in cui siamo vittime di una catastrofe, gli oggetti che cerchiamo di salvare, di portare via, diventano il simbolo della continuità con la vita di prima. Rientrarne in possesso diventa fondamentale, specie per gli anziani", ha concluso. Roberto Santilli

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