Sisma e psicologia, gli studenti under 14 sono i più a rischio



di Giovanni Vassallo


MIRANDOLA. Uno studio che farà scuola anche nella Bassa, presentato nella Bassa e che servirà nel sostegno ai bambini. “Oltre l'arcobaleno. Bambini e salute mentale in situazioni di emergenza e disastri naturali” è il libro che presenta l’innovativo studio sui traumi da terremoto sulle fasce giovanili. Alla presentazione, oltre al sindaco Maino Benatti e all’assessore regionale Giancarlo Muzzarelli, hanno partecipato anche Ermanno Ruozzi, responsabile di Bper nell’area carpigiana, Marco Iazzolino, esponente dei Camilliani, Paolo Feo, neuropsichiatra infantile, padre Angelo Brusco e il direttore Pierluigi Cabri. Il volume presenta i principali risultati di uno studio sugli effetti del terremoto dell’Aquila nella psiche dei bambini abruzzesi.

L’indagine, promossa dai Camilliani, con il coordinamento scientifico dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù e il sostegno della Caritas italiana, è stata realizzata in collaborazione coi pediatri abruzzesi che hanno aderito volontariamente alla ricerca, e ha coinvolto circa 2.000 bambini abruzzesi, di età compresa tra i 3 e i 14 anni. Spiega infatti Paolo Feo: «L’esperimento è consistito nel confrontare e nell’analizzare, tramite test di screening, bambini residenti in provincia dell’Aquila, che si riteneva fossero i più colpiti a livello psicologico dal terremoto, e bambini che abitavano nel resto dell’Abruzzo. È stato notato che nella fascia 3-5 anni i bambini risultavano essere più protetti e quindi meno esposti a traumi; inoltre non si è constatata una grande differenza tra i bambini più vicini all’epicentro del terremoto e quelli più lontani. Nell'età scolare, cioè quella che va dai 6 ai 14 anni, è stata invece rilevata sia una presenza maggiore di traumi psicologici, sia una marcata differenza tra i bambini aquilani e quelli non. Dopo 18-24 mesi l’esperimento è stato ripetuto, confermando il riscontro precedente: i bambini residenti in provincia dell’Aquila soffrivano maggiormente di ansia e depressione».

Lo stesso Feo poi aggiunge: «Se nel breve periodo, cioè negli immediati giorni post-sisma, ulteriori fattori di rischio per la comparsa di questi sintomi potevano essere il sesso femminile e la presenza di pregresse malattie fisiche, nel lungo periodo risultano essere determinanti la presenza di psicopatologie antecedenti al sisma. Fattore protettivo determinante è invece il livello educativo dei genitori: è stato riscontrato che nelle famiglie in cui almeno uno dei due partner possiede un diploma i figli hanno tendenzialmente avuto meno difficoltà a superare quei momenti tragici».

Pierluigi Cabri fornisce infine una possibile interpretazione del titolo del libro: «Secondo me andare oltre l’arcobaleno è una metafora più che efficace per descrivere la speranza, la possibilità che abbiamo di superare tutti insieme l’emergenza, il disastro e lo scoraggiamento. Superamento che però è possibile solo cercando di riscoprire alcuni valori tradizionali, come la famiglia, la solidarietà e l’aiuto reciproco».

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