Sicurezza stradale: incidente prima causa di morte tra gli under 40


Genova - "Gli incidenti stradali in Italia rappresentano la prima causa di decesso tra gli under 40 e, in generale, il primo fattore di morte sul lavoro: ogni giorno, in media, circa dieci persone perdono la vita sulle nostre strade. Oltre che un'evidente emergenza sociale, quindi, il fenomeno ha pesanti ricadute anche in termini economici, con un costo sociale annuo stimato in circa 28,5 miliardi di euro. Considerando però che la stragrande maggioranza degli incidenti (il 94,7%) è imputabile al fattore umano, non è da sottovalutare il ruolo che la psicologia può avere in termini di prevenzione, andando ad intervenire sulle principali cause di distrazione e sui comportamenti scorretti di chi si mette alla guida. E in effetti una particolare branca della disciplina, detta appunto psicologia del traffico, da ormai vent'anni è parte integrante delle politiche di sicurezza stradale messe in campo da diversi paesi europei e anglosassoni. In Italia, invece, il ricorso alla consulenza psicologica da parte delle Asl e degli enti governativi – che pure è previsto dall'ordinamento – avviene ancora in maniera saltuaria e non organizzata": lo ha affermato l'Ordine degli Psicologi della Liguria che ha organizzato un convegno alla Biblioteca Berio di Genova che annoverava, tra i relatori, l'esperto di psicologia del traffico Max Dorfer. Docente dell'Università di Innsbruck e della Cattolica di Milano, Dorfer ricopre anche l'incarico di psicologo del traffico presso l'Azienda sanitaria di Bolzano: uno dei pochi esempi italiani di consulenza psicologica strutturata nell'ambito della sicurezza stradale.

Farmaci - "Causa principale degli incidenti è il fattore umano, e specialisti del comportamento sono gli psicologi. Per questo – fa notare Dorfer – in Germania, Svizzera e nei paesi scandinavi, ma anche negli Stati Uniti e in Australia, gli psicologi collaborano in pianta stabile con centri di ricerca ed enti governativi. Molteplici, davvero, sono gli aspetti sui quali può risultare prezioso il contributo dello psicologo. Innanzitutto – spiega Dorfer – ci occupiamo di analizzare gli effetti che l'assunzione di farmaci, alcolici o sostanze stupefacenti può avere sulla guida, e su segnalazione delle Asl accompagniamo nel percorso di riabilitazione gli automobilisti ai quali è stata ritirata la patente per guida in stato di ebbrezza o sotto l'effetto di droghe, in modo da ridurne il rischio di recidiva".

Giuda - "Un altro aspetto del nostro lavoro – prosegue lo psicologo – riguarda la valutazione dell'idoneità alla guida dei conducenti più anziani e l'individuazione delle loro principali criticità ed esigenze. Le persone più in là con gli anni, ad esempio, hanno grosse difficoltà a gestire gli incroci: noi analizziamo il loro comportamento e aiutiamo gli assessorati alle infrastrutture e alla mobilità ad organizzare sistemi del traffico a misura di anziano, sia esso automobilista, ciclista o pedone".

Veicoli - La psicologia del traffico, però, ha a che fare anche con altri campi di applicazione, a prima vista meno immediati. "Ad esempio – spiega ancora Dorfer – in Svizzera gli psicologi partecipano alla stesura delle linee guida delle infrastrutture stradali con compiti diversi. Inoltre, insieme a medici e ingegneri svolgono analisi approfondite delle cause degli incidenti stradali, allo scopo di conoscere i fattori che li hanno determinati e poter agire in modo più mirato nella prevenzione. Lo psicologo – conclude – può pronunciarsi anche in merito all'ergonomia dell'interno dei veicoli, in modo da ridurre l'affaticamento alla guida e da non distrarre la concentrazione dell'automobilista; infine, lo psicologo entra in gioco nella formazione dei neo-patentati, indagando sulle cause del maggior numero di incidenti tra i ragazzi e sui possibili rimedi".

Sicurezza - "Una mole notevole di spunti che abbiamo voluto approfondire nel convegno di oggi, portando all'attenzione delle istituzioni il contributo che lo psicologo può portare a progetti di sicurezza stradale in ambito locale o nazionale, proprio sulla falsariga di quanto fatto dall'Asl di Bolzano, o degli altri esempi citati dal professor Dorfer", commenta Lisa Cacia, presidente dell'Ordine degli Psicologi della Liguria.

Leave a Reply