Sesso: come reagire se lui è dipendente

Con la collaborazione della Professoressa Roberta Rossi, Presidente della Federazione Italiana Sessuologia Scientifica.

 

Disinteresse per il menage familiare. Cambio delle abitudini. Siti internet dall’inequivocabile contenuto pornografico. Indizi che divorano come un tarlo, fino a scoprire un’amara verità: l’uomo che ti è accanto potrebbe essere dipendente dal sesso. Non è facile, è un colpo duro. In gioco ci sei tu e la vostra storia. Spesso la rivelazione è la causa di rottura definitiva della coppia. Altre volte no, “perché la presenza del partner può essere fondamentale per la ricerca d’aiuto”, spiega la Professoressa Roberta Rossi, Presidente della Federazione Italiana Sessuologia Scientifica. Certo, molte reagiscono violentemente perché la prima reazione che viene loro spontanea è la rabbia. “Altre invece capiscono che l’uomo a fianco a loro ha bisogno delle cure di uno specialista e non di un abbandono. Grazie alla forza e convinzione delle compagne, gli uomini si sentono sostenuti nel rivolgersi a uno psicologo. E non è raro che nella sofferenza, le coppie ritrovino un motivo per essere complici”, aggiunge la Professoressa Rossi. È tutta colpa mia? “All’inizio, può capitare che oltre alla rabbia la donna attraversi una fase in cui si sente colpevole”, ricorda la Rossi. Quell’impulso a dare sfogo al proprio desiderio sessuale tramite materiale pornografico viene visto quasi come un tradimento. “Ma se la coppia viene seguita, questa convinzione scompare”, commenta la sessuologa.

 

Quali sono i fattori scatenanti?

Generalmente si riconduce questo tipo di dipendenza a una distorsione affettiva: “A volte sono persone che hanno subito un abbandono oppure hanno avuto genitori incapaci di trasmettere calore e affetto. È infatti il loro stile che ci guida nelle relazioni con gli altri. Se siamo stati feriti, per esempio con un abbandono, è  probabile che la strategia sia di evitare il contatto affettivo per non soffrire di nuovo”. Altra causa sono le distorsioni cognitive, dal momento che alcuni studi parlano di una serie di input, a cui siamo stati esposti nell’arco della vita, in grado di renderci meno disposti a entrare in intimità con l’altro. “Se una famiglia vede il sesso come peccato – dichiara la Professoressa -, svilupperà probabilmente nell’individuo il desiderio di trasgredire le regole. La nostra società non è più sessuofoba come nel passato. Tuttavia l’eccessiva quantità di messaggi e stimoli a cui siamo esposti rappresenta l’estremo opposto che altera il rapporto con la sessualità. Può capitare anche che le persone non abbiano patologie particolari né traumi pregressi ma che a causa dell’esposizione reiterata a stimoli erotici sviluppino una forma di dipendenza”, conclude. 

 

Quando chiedere aiuto

Fra le dipendenze, quella dal sesso è più complicata da ammettere e comunicare: per paura dello stigma sociale e perché mette in serio pericolo le relazioni. Il disturbo molte volte viene vissuto dal soggetto stesso con un forte disagio. Anche la sfera lavorativa, oltre ai rapporti interpersonali, viene intaccata perché la ricerca di immagini sessuali occupa gran parte della giornata. “Quello che spesso ci viene raccontato dai pazienti – ricorda la sessuologa - è che all’inizio credono di poter smettere in qualsiasi momento. Dopo di che capiscono che questo non è più possibile. Inoltre temono il giudizio delle altre persone, il rischio è che la vergogna li faccia nascondere e convincere che sia meglio non chiedere aiuto. In questa fase, pur continuando a dare sfogo all’impulso non ricevono più quel po’ di sollievo ma aumenta la sensazione di essere in trappola”.

 


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