SCIENZA: PSICOLOGIA INFANTILE, DIMMI COME DISEGNI E TI …

SCIENZA: PSICOLOGIA INFANTILE, DIMMI COME DISEGNI E TI DIRO' QUANTO SARAI INTELLIGENTE

Se avete già avuto un figlio che ha frequentato l'asilo nido o la scuola materna, allora probabilmente sarà capitato anche a voi di aver scambiato con i suoi insegnanti qualche chiacchiera sul contenuto o lo stile delle sue "opere d'arte" e sull'importanza di alcuni dettagli emersi da esse. Ma, attenzione, non si tratta di semplici conversazioni di circostanza! 
In realtà, un recente studio, pubblicato su Psychological Science e redatto dallo staff di Rosalind Arden dell'Istituto di Psichiatria del King College di Londra, ha dimostrato come ci sia un legame tra la quantità di dettagli e il realismo dei disegni infantili, con il grado d'intelligenza sviluppato da un bambino. 


Basi teoriche 


Lo psicologo Florence Goodenough aveva sviluppato già nel 1926 un test che fosse in grado di esaminare i contenuti artistici di un qualsiasi disegno realizzato da un bambino, per poterne determinare il futuro sviluppo cognitivo. E questo test è ancora ampiamente sfruttato a tale scopo, anche se da allora i parametri sono stati enormemente ottimizzati. 
In cosa consiste? 
I bambini sottoposti a questo test specifico, denominato "test grafico", devono semplicemente disegnare una forma umana. 
Dimmi come disegni e ti dirò
quanto sarai intelligente
Ad ognuno dei soggetti in esame viene assegnato un punteggio compreso tra 0 e 12, sulla base dell'inclusione o dell'esclusione di alcune parti del corpo (addome, arti, mani, tratti del viso, ecc) e della realizzazione corretta delle relative proporzioni anatomiche. Sulla base di questo concetto, possiamo desumere che, il modo in cui i bambini di età prescolare rappresentano il corpo umano, potrebbe essere indicativo della loro intelligenza in età adolescenziale e adulta. 
Ma in che modo?
Scopriamolo. 


Lo studio 


Questa ricerca ha visto il coinvolgimento di circa 7752 coppie di gemelli identici, che sono state sottoposte ad un test che richiedeva la rappresentazione della figura di un bambino. 
Successivamente, i soggetti sono stati sottoposti a test d'intelligenza verbale e non verbale, confrontandone poi i risultati con quelli ottenuti mediante il test grafico precedente. 
Cos'è emerso da questo confronto?
Coloro i quali avevano ottenuto punteggi elevati nel test grafico, mostravano punteggi altrettanto elevati anche nei test d'intelligenza. 
Un legame minimo, ma senza alcun dubbio significativo ai fini della comprensione psicologica del fenomeno.  
Ma non è finita qui. Lo studio, infatti, mirava anche a dimostrare come esista una base genetica di riferimento per questo tipo di fenomeno. 
Per questo motivo, sono state coinvolte nei suddetti test delle coppie di gemelli omozigoti, identici e con patrimonio genetico in comune, e gemelli eterozigoti, non identici seppur allevati nel medesimo nucleo familiare e nel medesimo ambiente. 
I disegni appartenenti ai gemelli omozigoti sono risultati molto più simili tra loro, rispetto a quelli realizzati dai gemelli eterozigoti. 
E' vero, dunque, che esiste una correlazione genetica?


"La capacità di un bambino di poter disegnare è influenzata da molteplici fattori" spiega la Arden "Siamo ancora molto lontani dalla comprensione dei meccanismi con cui i geni potrebbero in qualche modo influenzare questo tipo di comportamento, ma lo consideriamo un buon punto di partenza"


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