“Sbarre Dentro e Fuori dal Carcere”, presentata la ricerca

Provincia - Stamattina iniziativa a Palazzo Gentili

L'assessore provinciale Paolo Bianchini

- E’ stata presentata questa mattina a Palazzo Gentili una ricerca incentrata sulla situazione degli immigrati detenuti presso la Casa Circondariale “Mammagialla” di Viterbo, finanziata dalla Provincia di Viterbo, coordinata dalla Cooperativa Sociale Gea e realizzata dalla Dottoressa Elena Bocci ricercatrice di Psicologia Sociale presso la Facoltà di Medicina e Psicologia dell’Università “La Sapienza” di Roma.

Lo studio che ha per titolo “Sbarre Dentro e Fuori dal Carcere” pone l’accento sui detenuti e sugli ex detenuti, con particolare riferimento agli immigrati; durante l’attività di ricerca sono stati ascoltati alcuni testimoni privilegiati (operatori della sicurezza, volontari, rappresentanti istituzionali ecc.) e si è analizzato il livello di percezione dell’opinione pubblica rispetto alla popolazione carceraria. E’ emerso che i detenuti stranieri si configurano come un mondo distante e ignoto a causa soprattutto di stereotipi molto diffusi nella società che portano ad identificare lo straniero quale portatore di criminalità ed insicurezza.

La ricerca, finalizzata a studiare la realtà del carcere e dei suoi ospiti, immigrati in particolare, si prefigge di promuovere la tutela dei loro diritti, il miglioramento delle condizioni di vita, lo sviluppo di azioni sociali rivolte al loro recupero. Una ricerca dunque che diventa intervento. Il confronto tra la rappresentazione del carcere offerta dai testimoni privilegiati e quella offerta dagli stessi detenuti, stimola infine la riflessione circa la concreta utilità di progetti volti a favorire pratiche di integrazione in un contesto di forte insicurezza sociale.

Hanno portato il saluto della Provincia il presidente Marcello Meroi e l’assessore alle Politiche Sociali Paolo Bianchini.

“La funzione rieducativa del carcere – ha spiegato Meroi – deve essere coniugata con la certezza della pena. Chi ha commesso un reato deve essere giustamente e doverosamente punito ma al tempo stesso, una volta scontata la pena, deve essere posto nelle condizioni di poter rientrare a pieno titolo nella società. Privazione della libertà infatti non può, e non deve significare, privazione della dignità umana. Cito su tutti l’esempio di Porto Azzurro dove alcune importanti attività locali sono state realizzate proprio da ex detenuti che, una volta tornati in libertà hanno riacquisito il loro pieno diritto di far parte, con piena dignità ed assoluto rispetto, del tessuto economico e sociale del territorio, senza che questo per altro, abbia creato scandalo fra la popolazione. Direi che in quel contesto è stata svolta un’ottima ed efficace attività riabilitativa”.

L’assessore Bianchini ha poi aggiunto: “Questa ricerca condotta dalla dottoressa Bocci riveste particolare importanza soprattutto perché ci porta ad analizzare non solo ciò che avviene all’interno della struttura penitenziaria, ma in special modo ci indica le ricette più efficaci per favorire il recupero e il reinserimento degli ex detenuti. La Provincia in questi anni ha investito molto su questa fondamentale attività di recupero, offrendo la possibilità di impiegare alcuni ospiti della casa circondariale in lavori di pubblica utilità e puntando sulla loro formazione professionale.

E’ infatti fondamentale che una volta libero, il detenuto abbia le competenze per trovarsi un’occupazione, impiantare un’attività ecc. Più complesso appare il reintegro degli immigrati ma anche su questo campo c’è da lavorare molto, favorendo soprattutto l’integrazione, dentro e fuori il carcere, rafforzando e valorizzando pienamente la funzione dei mediatori culturali. Ad ogni modo – ha poi concluso Bianchini – va riconosciuto il ruolo essenziale del terzo settore. Se non ci fosse il mondo del volontariato ad operare all’interno delle strutture carcerarie sarebbe difficile per gli enti locali, sempre più poveri di risorse, svolgere una forte ed efficiente attività sociale”.

Il presidente Meroi e l’assessore Bianchini hanno poi ringraziato la Cooperativa Gea per aver coordinato l’attività di ricerca, la dottoressa Bocci per la serietà e la competenza dimostrata ed il direttore della Casa Circondariale di Viterbo Teresa Mascolo per aver sempre collaborato nella realizzazione e attuazione di questo e di altri progetti.

8 giugno, 2012 - 16.43

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