San Valentino: facile parlare d’amore, più difficile amare se stessi

Dicono che l’amore sia cieco. Io credo che l’amore, quello vero, abbia una vista superiore” - John Powell, scrittore.

Il più delle volte i nostri sensi percepiscono solo ciò che più gli fa comodo percepire. Quasi mai abbiamo una visione completa e corretta della totalità della vera realtà. Questo vale ancora di più quando ci innamoriamo.

All’inizio, infatti, tutto sembra perfetto, idilliaco, un sogno. Ma sappiamo bene che l’innamoramento è solo una fase iniziale di ciò che è destinato, per sua natura, a cambiare. Tuttavia, tale sensazione di estasi e completezza può continuare a durare se ci si impegna ad andare più a fondo.

Un ottimo aiuto ce lo fornisce l’osservare l’altro per ciò che è, senza giudicare, paragonare o etichettare. Occorre quindi accogliere l’altro nella sua interezza con le sue imperfezioni, limiti e “difetti”. I “difetti” infatti che troviamo nell’altro sono il più delle volte atteggiamenti e comportamenti che a noi non fa né piacere né comodo vedere.

Ma siamo così sicuri di non averne anche noi? E come ci sentiamo quando l’altro ci accetta pienamente e ci accoglie a braccia aperte nonostante le nostre pecche? Il punto è che prima di accettare il prossimo o di aspirare a essere accettati dal prossimo, occorre guardarci attentamente dentro e perdonarci per non essere sempre ciò che crediamo sia “meglio e più giusto” per noi essere. Se iniziamo a fare questo in primo luogo verso noi stessi, gli altri non tarderanno a fare altrettanto nei nostri confronti.

Ecco perché è fondamentale andare oltre le singole parole e azioni che ci piacciono o che non ci piacciono. L’essenza che si racchiude nel cuore delle persone vale molto di più e merita decisamente più tatto e attenzione, sempre e comunque. 

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