Salute, nutrire la mente: Aupi si prepara all’Expo 2015

(AGENPARL) – Roma, 21 apr – “Nutrire il pianeta, energia per la vita” è il tema dell’Expo 2015, una traccia che sarà sviscerata durante la manifestazione che ha come obiettivo quello di cercare soluzioni per uno stile di vita migliore, partendo proprio dall’alimentazione e per educare la popolazione mondiale al rapporto con la terra, oltre a valorizzare le eccellenze italiane. Anche AUPI partecipa a questo processo di formazione e lo farà durante il XIV Congresso di Psicologia che si terrà nell’ambito dell’Expo dal 7 al 10 luglio 2015. Durante l’evento, che vuole essere occasione di integrazione fra pratica e ricerca, verranno presentati nuovi studi e tecniche innovative afferenti tutti i campi della psicologia. Il presidente del Comitato organizzativo dell’Evento è il segretario AUPI, Mario Sellini, che ha voluto ricordare perché l’esigenza del Congresso all’interno di Expo nel momento in cui l’alimentazione, la buona alimentazione, è diventata motivo di interesse per i cittadini e per chi ci governa.

“Il cibo è tema per l’economia e per la medicina, ma lo è anche per la Psicologia – afferma Sellini – una corretta alimentazione è strettamente collegata alla qualità dei prodotti, alla durata media e qualità della vita ma lo è anche in rapporto allo sviluppo e benessere “psicologico” dei cittadini. Come è noto, i principali disturbi dell’alimentazione sono: obesità, anoressia, bulimia e binge eating disorder. Eccessiva perdita di peso, paura di ingrassare, eccessiva preoccupazione per le forme corporee sono diventati i nuovi totem. L’obesità, anche in Italia, ha raggiunto livelli epidemici, in particolare quella infantile. Ci avviciniamo sempre di più alle percentuali riscontrabili negli Stati Uniti dove i bambini in sovrappeso sono oltre il 25% e l’obesità riguarda il 15% della popolazione infantile. In Italia le percentuali sono altissime e negli ultimi anni hanno superato anche quelle statunitensi, con una maggiore incidenza nelle regioni meridionali. Questo primo dato è molto interessante poiché – aggiunge Sellini – contrasta e contraddice il luogo comune che vuole la cucina mediterranea e, in particolare, quella meridionale come la migliore per prodotti utilizzati. È evidente che i disturbi dell’alimentazione non derivano dalla scarsa qualità dei prodotti alimentari o dai cibi “spazzatura” che pur hanno la loro importanza negativa. Il ruolo fondamentale è svolto dalle abitudini alimentari e dai cosiddetti stili di vita. La cattiva alimentazione può diventare vera e propria malattia che genera a sua volta molte altre patologie e, in alcuni casi, può portare alla morte, in modo diretto e/o indiretto. Le patologie più gravi si riscontrano tra le adolescenti anche se il fenomeno è in rapida espansione anche tra i ragazzi”.

In questo scenario, secondo il presidente di AUPI, Sellini, il cibo diventa un rimedio, patologico, alla sofferenza psicologica. In sostanza “si tende a calmare e ridurre l’ansia con l’eccesso di cibo o con la sua progressiva riduzione. L’insoddisfazione e, in molti casi, la depressione, si risolvono nella costruzione di un cattivo rapporto con l’alimentazione. Si entra così in un circolo vizioso e perverso perché la cattiva alimentazione produce modificazioni corporali (obesità o eccessivo dimagrimento) che rendono ancora più difficile l’integrazione sociale con aumento del disagio psicologico.

La cura richiede un approccio multidisciplinare, ma la vera cura deve essere la prevenzione che deve coinvolgere molti attori: scuola, in particolare quella dell’obbligo, famiglie che devono essere aiutate a riconoscere, in tempo, i primi segnali di disturbo, le strutture sanitarie che, ancora oggi, intervengono prevalentemente sul piano organico quando i danni sono già evidenti.

Lo psicologo scolastico, ancora troppo assente dal mondo scolastico, è in grado di individuare i comportamenti e i soggetti a rischio e può svolgere, insieme a molti altri professionisti, nutrizionisti, medici dello sport ecc. un ruolo fondamentale di informazione e formazione del personale scolastico in contatto diretto e continuo con i bambini e gli adolescenti.

Leave a Reply