Relazioni di coppia con la clava

LUGANO - Da quando ha adattato Caveman per le platee italiane, Maurizio Colombi fa fatica ad abbandonare la caverna: tante sono le repliche richieste a gran voce dal pubblico che l’artista finirà per ricevere una laurea honoris causa in Psicologia a furia di portarlo in scena.

Nato da uno studio fatto dal comico americano Rob Backer e dai suoi collaboratori, Caveman è infatti uno show che fruga nella vita di coppia spiandone le dinamiche da molti punti di vista: sociologico, antropologico e psicologico. Il risultato sarà tutto da scoprire al Palazzo dei Congressi dove tornerà il prossimo 14 novembre.

Dopo anni di interazione con il pubblico di Caveman, ti senti più psicologo o comico?
"Un po’ più psicologo dai, con tutti i contatti che ho con la gente che mi racconta i suoi aneddoti... È bello questo profilo psicologico che nasce nello spettacolo. Ogni volta ne esce qualcosa di diverso".

Quali sono le universali certezze che si trovano tra le umide pareti di una grotta? 
"Ma guarda il fatto di essere imprecisi, di avere dei difetti e di doverli accettare sia nell’uomo sia nella donna. Alla fine il messaggio è quello della comprensione. Più vado avanti con lo spettacolo più cerco di sottolineare questo aspetto, è uno show comico ma la sua forza sta nel messaggio che lascia. Certo, è uno spettacolo che varia sempre in base al pubblico, perché sono le persone in sala a dare esempi con i quali giocare, però il senso resta sempre lo stesso e porta alla comprensione l’uno dell’altra".

Platea che vai, pubblico che trovi. Esperienze singolari?
"Gli spettatori cambiano tantissimo da città a città. Quando inizio lo spettacolo e dico che gli uomini sono tutti egoisti, stronzi, stronzi, stronzi: in tutta Italia ci sono le donne che applaudono a Palermo gli uomini si alzano e fischiano. A Lugano secondo me c’è il pubblico più facile in assoluto, appena apro bocca ridono e non so se sia perché sono più gentili, sensibili o civilizzati, sta di fatto che ci vengo sempre molto volentieri. Pensa che ho pure un gruppo di donne fan che mi scrivono: guarda che ci siamo eh, siamo 15 tutte sposate e incavolate vedrai…"

A proposito di donne, debutti la settimana prossima con uno spettacolo molto simile…
"Sì, il 28 al Teatro Nuovo va in scena per la prima volta CaveWoman (adattamento del testo di Emma Peirson ndr.). Mi sono concesso a una decina di donne per carpire ad ognuna i segreti dell’universo femminile… Scherzi a parte, ho lavorato davvero con delle donne per creare uno spettacolo che ne rispecchi la natura".

Credi ci sia un punto di incontro tra uomo e donna?
"Assolutamente sì. È tutto un punto di incontro, da soli non riusciamo a fare quello che riusciamo a fare insieme. Le caratteristiche dell’uomo e le caratteristiche della donna quando si uniscono formano una forza davvero unica".

In casa qual è il territorio dell’uomo e quale della donna?
"Ah beh, l’uomo in giardino e la donna in cucina".

Da te è così?
"A casa mia è così, l’uomo fuori casa e la donna dentro…"

Perché secondo te Caveman è l’one man show più longevo di Broadway?
"Perché la gente si riconosce e si diverte in una comicità che non è forzata, le battute rientrano tutte in un discorso che ha un filo logico e non sono mai impegnate. È facile e digeribile per tutti, pur non essendo banale".

Bacchetta magica alla mano cosa cambieresti nell’uomo? Nella donna?
"L’uomo e la donna sono in un continuo cambiamento, quello che farei è cercare di mantenerli il più possibile vicini alle loro radici".

L’ultima discussione che hai avuto in casa?
"Le chiavi che non trovavo e che ovviamente la mia compagna sapeva dove fossero. Le ha nascoste lei… direbbe qualcuno in platea. In realtà è successo: dicevo che le donne trovano tutto perché hanno delle capacità speciali, al che si alza un uomo piuttosto arrabbiato che mi urla “non è vero, le donne nascondono le cose in modo che noi non le troviamo, così quando noi le cerchiamo sanno esattamente dove sono”.

Quando hai imparato che nelle discussioni la donna deve avere sempre l’ultima parola?
"Mmh non l’ho mai imparato, voglio sempre io l’ultima parola! Poi finisce che o ha ragione lei o io ripiego…"


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