Rapporto madre – figlio, un’alleanza per la ricerca

Rapporto madre -
figlio, un’alleanza
per la ricerca

(13 gen) “Sono un ricercatore al DiPSCo di Rovereto e da poco ho iniziato la mia seconda posizione nella divisione di Psicologia della Nanyang Technological University di Singapore come Nanyang Assistant Professor. È una posizione molto prestigiosa con uno start up grant fino a un milione di dollari e sto avviando un laboratorio dove, tra le altre cose, ci occuperemo di interazione precoce madre-bambino e di possibili implicazioni per diagnosi evolutive (in particolare autismo), utilizzando tecniche genetiche e di neuroimmagine”. A parlare è Gianluca Esposito, ricercatore del DiPSCo Dipartimento di Psicologia e Scienze cognitive dell’Università di Trento. Classe 1979, dottorato presso l’ateneo trentino, Esposito ha appena inaugurato al DiPSCo di Rovereto (Trento) un laboratorio - finanziato con fondi della Comunità europea e del Ministero della ricerca scientifica giapponese -  che si occupa delle basi psico-fisiologiche delle interazioni sociali (Affiliative Behavior and Physiology lab: ABP-Lab). E ora sta avviando un nuovo laboratorio presso la Nanyang Technological University di Singapore. “Il laboratorio di Singapore e quello di Rovereto – spiega Esposito – saranno in network con il Riken Brain Science Institute di Tokyo, con la Nagasaki University, con il NIH National Institutes of Health di Bethesda (Maryland) e a livello locale con il laboratorio di Osservazione e Diagnostica Funzionale, diretto da Paola Venuti e centro di riferimento per l’autismo da oltre un decennio”.  I ricercatori di un laboratorio di Rovereto, due realtà giapponesi, un’università di Singapore e un istituto statunitense si mettono in rete: quella gestita da Esposito si potrebbe definire un’alleanza internazionale per la ricerca sulle interazioni precoci tra genitore e bambino. (red)

SCHEDA / UN NETWORK VINCENTE

La creazione del network tra le varie realtà impegnate nella ricerca sull’autismo favorirà la collaborazione scientifica e quindi sia la condivisione dei risultati degli studi sia la mobilità di ricercatori tra i vari Paesi. “Contiamo di poter avere i primi scambi di docenti e dottorandi tra Trento e Singapore entro i primi mesi del nuovo anno” spiega Esposito. Intanto è già attivo l’accordo bilaterale che ogni anno dà la possibilità a sei studenti iscritti al corso di laurea magistrale in Psicologia dell’Università di Trento di partecipare a un progetto di ricerca presso la Nagasaki University (referente dell’accordo è proprio Esposito). Infine esistono già relazioni con il Riken Brain Science Institute di Tokyo: qui Esposito ha lavorato dal 2010 al 2014 con un team di colleghi ed è riuscito a dimostrare quali sono i meccanismi fisiologici per cui il bimbo in lacrime si calma quando viene preso in braccio dalla mamma e portato in giro (lo studio è stato pubblicato dalla rivista “Current Biology”). Il rapporto mamma-piccolo, affrontata in una prospettiva evoluzionistica e studiata anche per facilitare la cura e la gestione del piccolo da parte di neogenitori e altri adulti, è uno dei filoni di ricerca principali di del ricercatore di Trento. Il suo scopo è approfondire le basi neurali della prima interazione sociale. Esposito si occupa, inoltre, di analizzare l’impatto della cultura sui comportamenti dei genitori.

(© 9Colonne - citare la fonte)

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