Rabbia al volante, pericolo ambulante

Indisciplinati, nevrotici, prepotenti. Al volante molti di noi rischiano di diventare così. Una precedenza non rispettata, un’esitazione allo scattare del verde, un parcheggio “rubato” ed ecco che saltano i nervi. Per non parlare di imbottigliamenti e ingorghi nel traffico. Può anche capitare che la persona più mite alla guida si trasformi, esplodendo in modo esagerato.


Spesso basta poco per scatenare il caos, anche un vicino di casa troppo invadente o un bene da acquistare. Il condominio fra i luoghi più rischiosi

Certe volte basta un nulla per portare a scatti di rabbia e a vere e proprie aggressioni, come si legge spesso nelle pagine di cronaca. Protetti e anonimi nell’abitacolo, una minima provocazione può dare il via a repertori di guida colorati: sfanalamenti, clacson, accelerate rombanti, sorpassi azzardati, marcature strette, manovre spericolate. Quando poi non va anche peggio.

Una guida aggressiva non appartiene a tutti e non tutti abbiamo personalità aggressive. Le “uscite di senno” capitano anche per un vicino troppo rumoroso, al supermercato per il solito furbetto che vuol saltare la fila. Però in auto siamo tutti più inclini all’ira, pronti a scatenarci contro chi ci ostacola o ci invade. Studi di settore indicano che più della metà degli automobilisti italiani è stata coinvolta almeno una volta in litigi stradali, in buona parte banali.

Ma in quale modo l’auto è capace di trasformarci? Fabio Lucidi, professore ordinario alla facoltà di Medicina e Psicologia dell’Università La Sapienza di Roma, esperto di Psicologia viaria, autore di tanti contributi internazionali di psicologia e sicurezza stradale ha le idee all’avanguardia sull’argomento.

Si può dire che l’automobile, o la guida in generale, di per sé fa diventare aggressivi?

«È più corretto dire che l’auto rappresenta un contesto che predispone a esprimere il nostro potenziale aggressivo. Ma la rabbia alla guida è una dimensione specifica che va distinta dall’aggressività quotidiana e da ciò che succede in altre situazioni, per esempio in una fila al supermercato o allo sportello di un ufficio».

Quali sono i meccanismi “automobilistici” che predispongono alla rabbia?

«Ognuno ha un proprio spazio personale nel quale non sopporta intrusioni, una dimensione corporea che gli altri non devono valicare. Quando il confine viene oltrepassato ci sentiamo invasi e facilmente mettiamo in atto comportamenti aggressivi per difenderci. Si tratta di reazioni di sopravvivenza che hanno una base biologica evolutiva. In auto lo spazio personale aumenta, si dilata intorno all’abitacolo: ogni violazione può essere vissuta come un’aggressione tale da scatenare risposte aggressive. Non a caso gli incidenti sono più frequenti in situazioni di traffico quando ci sono molti veicoli in strada, gli spazi personali vengono facilmente violati e la rabbia prende il sopravvento. Tenendo in considerazione che il traffico intenso si propone soprattutto negli orari di ingresso e uscita dal lavoro, quando i guidatori sono più stanchi e tesi».

Significa che siamo un po’ tutti a rischio di trasformarci in aggressivi e litigiosi.

«Esistono persone più inclini ad arrabbiarsi in generale che guidando aumentano l’aggressività, però alla guida la rabbia può appartenere a tutti, in particolare nei momenti di stress, sonnolenza o stanchezza. Intervengono comunque più fattori. La rabbia stradale è fortemente legata al modo in cui vengono interpretate le intenzioni degli altri. Spesso sono attribuite intenzioni provocatorie a guidatori solo disordinati, distratti o insicuri. La scarsa capacità di essere empatici, il non sapersi mettere nei panni dell’altro è un fattore scatenante. Del resto essere chiusi nel proprio abitacolo non permette di usufruire di una serie di indicatori visivi ai quali siamo abituati nella vita quotidiana che permettono di capire chi abbiamo di fronte. Così la lettura di cosa stanno facendo e pensando gli altri si affida solo alla nostra interpretazione. Tuttavia l’esperienza di guida aiuta a fare valutazioni più corrette, capacità di cui è più carente il giovane guidatore».

Che ruolo gioca la rabbia negli incidenti stradali?

«Gli automobilisti arrabbiati fanno più incidenti, non perché si espongano facilmente al rischio con comportamenti di guida stravaganti e pericolosi , ma perché quando sono alterati si distraggono, pongono meno attenzione a ciò che stanno facendo. Così l’incidente è in agguato. L’aggressività caratterizza quindi i guidatori che fanno tanti errori. Senza dimenticare che la rabbia compromette attenzione, efficienza e riflessi».

Come si può intervenire sull’aggressività alla guida?

«Con interventi mirati volti ad aumentare l’empatia verso gli altri guidatori. L’empatia è un’abilità necessaria per una guida sicura. Sarebbe opportuno incrementare interventi educativi sui guidatori, soprattutto se giovani. Occorre riflettere sul fatto che l’abilità al volante, nel senso ampio del termine, non si riduce alle capacità tecniche di guida – unico aspetto sul quale fino a oggi si è puntato – ma è più complessa, perché subentrano fattori psicologici sui quali è necessario intervenire».

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