"Quando la profezia non si avvera" di L. Festinger, HW Riecken, S …

Il Mulino, 264 pp., 28 euro

Dissonanza cognitiva: nella psicologia sociale, viene così definito quel che accade quando le nostre convinzioni vengono smentite dai fatti ma invece di abbandonarle finiamo per abbracciarle con maggior fervore. Il primo capitolo di questo saggio di Leon Festinger, Henry W. Riecken e Stanley Schachter, oltre a stabilire le cinque condizioni per cui ciò accade ricorda tutta una serie di movimenti religiosi che durante la storia avevano previsto la fine del mondo o l’avvento del messia, e che sopravvissero alle relative smentite: dai montanisti del Secondo secolo agli anabattisti nel 1553, al movimento ebraico di Sabbatai Zevi tra 1648 e 1666, ai milleriti del 1843-44. Ma in nessuno di questi e altri casi gli studiosi poterono effettuare un riscontro diretto con i metodi della psicologia e sociologia moderna, e hanno dovuto arrangiarsi sulle fonti di seconda mano. Nell’estate del 1954, però, in una cittadina del Kansas la casalinga 53enne Marion Keech comincia a raccontare di messaggi ricevuti in stato di trance. All’inizio dal padre defunto, in seguito da extraterrestri abitanti del pianeta Clarion, che lei chiama “Guardiani” e il cui leader si chiama Sananda. Dopo un po’, Sananda rivela di non essere altri che il Gesù dei Vangeli, e a un certo punto rivela alla donna che una colossale catastrofe si sta avvicinando. Il 21 dicembre una colossale inondazione farà sparire la costa orientale degli Stati Uniti, le isole britanniche e la Francia, e al contempo torneranno in superficie gli antichi continenti sprofondati di Atlantide e Mu. Chi però avrà creduto a quel messaggio sarà soccorso dai Guardiani con i loro dischi volanti, e portato da loro con gli altri “fedeli” sul pianeta di Sananda. E’ l’epoca in cui il mondo è ossessionato dalla mania degli Ufo e dal timore dell’apocalisse atomica, e a livello locale il messaggio incontra un certo interesse. Tra coloro che si avvicinano alla Keech vi è una coppia di ex missionari in Egitto, che mettono al servizio del “messaggio” la propria esperienza, trasformando il movimento in una vera e propria nuova religione.

E’ proprio allora che del movimento si accorge un gruppo di studiosi della vicina Università del Minnesota, che da tempo stanno studiando il problema della “dissonanza cognitiva”. Immediata è l’idea di verificare per la prima volta nella storia quel che accade quando una profezia non si avvera, infiltrando tra i seguaci della Keech alcuni osservatori. Tra di loro, anche i tre che scriveranno poi questo libro, e che diventeranno mostri sacri della psicologia sociale americana. Festinger, in particolare, proprio esaminando le dinamiche psicologiche di quella storia elaborerà le cinque condizioni cui si è già accennato. Riassunte in estrema sintesi: la prima spiega che la convinzione deve essere profondamente radicata; la seconda che la persona che sostiene quella convinzione deve aver preso per essa qualche decisione importante e difficile da radicare; la terza è che la convinzione possa essere smentita in modo inequivocabile; la quarta che la smentita venga riconosciuta; la quinta è che il fautore dell’idea debba godere di un certo sostegno sociale.

Resoconto di un esperimento ma anche vicenda dai risvolti romanzeschi, questo libro, pubblicato nel 1956, divenne un classico della psicologia sociale, ma anche un bestseller tout-court. Riproposto negli Stati Uniti nel 2008, in Italia il Mulino ha pensato a questa edizione proprio con un occhio a quel tormentone sulla profezia apocalittica dei Maya che, come leggiamo nella presentazione, ripropone “condizioni che possono assomigliare a quelle descritte in questo libro”. Curiosamente, coincide perfino la data, il 21 dicembre.

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