Quando il vicino di casa è uno stalker

Un osservatorio dedicato alle vittime dello stalking cui partecipano legali e psicologi, con il patrocinio del Prefetto e la collaborazione delle magistratura varesina. E’ questa la buona notizia per le donne, arrivata il giorno dopo la loro giornata, in arrivo dalla provincia di Varese.

Ma non solo per loro: «Lo stalking, che non a caso è termine tratto dal gergo della caccia dove significa “braccare la preda”, parla di forme di violenza le cui vittime non sono più solo le donne - ha sottolineato Nadia Calcaterra, sostituto procuratore della Repubblica di Busto Arsizio - C’è, infatti, una crescita dei maschi tra i soggetti che subiscono atti persecutori. Anche da soggetti inaspettati: una categoria di stalker emergente è quella dei vicini di casa».

Quello dello stalking è un reato che è appena nato, nella legislazione italiana. Ma non è un reato di piccolo cabotaggio, o un “problema privato”: «Non dobbiamo fare l’errore di considerare lo stalking una forma di violenza perpetrata sul singolo - ha ammonito Giuseppe Buffone, giudice del Tribunale di Varese - Questi atti persecutori hanno, al contrario, ricadute pesanti sulla società o quanto meno sulle persone che vivono, per questioni famigliari o di lavoro, a contatto con la vittima e il suo carnefice. Un singolo atto di violenza, infatti, può disgregare la vita di famiglie intere, e anche di molte persone che apparentemente con la “vittima” non c’entrano direttamente».

L’osservatorio, sostenuto dall’ente provinciale, è coordinato dall’associazione Psicologia e Legalità, verrà ospitato in alcuni locali della Provincia di Varese e sarà a disposizione di coloro che decidono di spezzare la catena delle molestie solo da poco regolate da una norma italiana. «Questo progetto nasce da un’iniziativa attuata l’anno scorso e che ora, sulla base dell’esperienza acquisita, abbiamo ristrutturato e vogliamo rilanciare, per rispondere a un’esigenza di aiuto da parte delle vittime sempre più in aumento - ricorda Massimiliano Carioni, Assessore alla sicurezza e alla protezione civile della Provincia di Varese -Abbiamo volontari formati e competenti, che verranno coordinati dall’associazione Psicologia e legalità, che curerà l’intero progetto e con questa iniziativa rafforziamo l’importante lavoro che già svolgono le forze dell’ordine per tutelare le vittime che denunciano i propri persecutori».

Un progetto ben strutturato e pensato quindi per collaborare con le forze dell’ordine e la magistratura, pur mantenendo una dimensione “privata”, più accettabile da chi è spaventata dalle minacce. «Avere un punto di riferimento per le vittime di stalking e violenze psicologiche è un segnale importante sul fronte della tutela dei nostri cittadini: penso che per le donne per esempio, valga molto più che ricevere la mimosa una volta all’anno - commenta Carlo Piatti, Assessore alla Sicurezza di Varese - l’hanno scorso ci abbiamo già provato ma possiamo considerarla solo una prova, visto che per motivi logistici non abbiamo più avuto una sede adeguata a dei colloqui così privati».

Il modello tra l'altro potrebbe essere persino esportato oltre provincia : «Stalking e violenze psicologiche rappresentano un fenomeno sociale grave che va arginato e azzerato - spiega Giorgio Puricelli, consigliere regionale che ha contribuito anche concretamente all’avvio dell’osservatorio - Per questo ho dato fin dall’inizio la mia disponibilità a sostenere e ad avviare questo importante progetto. E mi adopererò per portare questa esperienza a livello regionale».

Ad accogliere e dare supporto alle vittime saranno volontari - qualificati, formati e supportati da professionisti che operano in campo forense, psicologico, medico e della sicurezza - che garantiranno gratuitamente soccorso e sostegno psicologico, orientamento medico legale rispetto alla violenza subita; supporto legale con lo scopo di attivare misure adatte a tutelare l’incolumità della vittima e ripristinarne lo stato di benessere psicofisico. All’interno di una rete però che coinvolge anche le forze dell’ordine, per mettere a punto interventi mirati. Perchè: «Occorre ribadire che il supporto è importante, ma non bisogna avere timore a denunciare i persecutori alle forze di polizia» ha sottolineato Giorgio Zanzi, Prefetto di Varese.

«Ci occupiamo di casi di stalking, ma anche di forme di violenza che non si possono ancora definire tali, ma potrebbero diventarlo e in quel senso possiamo dare informazioni e consulenza - spiega Maria Rosaria Infante, Presidente di Psicologia e Legalità - La parte importante però è svolta alla ricerca di un ripristino dell’equilibrio della vittima, che in generale soffre di disturbo postraumatico da stress: disorientamento e senso di discontinuità della vita sono sensazioni a loro comuni, che necessitano, oltre che di un consiglio legale, anche di un  supporto di carattere specialistico dal punto di vista psicologico».

Il numero delle persone che si sono rivolte a loro, nel primo anno sperimentale del progetto, è già significativo: «L’anno scorso, negli otto mesi di attività, abbiamo trattato direttamente 75 persone e risposto a 30 segnalazioni a mezzo mail e telefono. L’80 per cento delle persone che ci hanno contattato erano donne, il 20 per cento uomini. un quarto degli stalker erano in ambito affettivo e famigliare, ma un altro 20 per cento era rappresentato da vicini di casa».

Quello antistalking e contro le violenze psicologiche è un progetto fatto per creare sul territorio un supporto coordinato e multidisciplinare sul fenomeno, per arginarlo non dimenticando la garanzia delle vittime. Rientra infatti nella delicata questione della tutela della privacy e della difesa dell’incolumità fisica di chi denuncia questi abusi anche la scelta logistica dell’osservatorio, che aprirà le proprie porte in un luogo discreto e soprattutto protetto.
Il servizio sarà attivo da lunedì 12 marzo 2012 per cinque giorni la settimana, dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 19, chiamando al numero 334-1433233.


 

Leave a Reply