Psicologo territoriale: battaglia per la legge

Continua la mobilitazione per un nuovo ruolo della professione di psicologo, più vicino ai problemi della collettività. In quest’ottica l’Ordine degli psicologi della Campania, di cui è presidente Raffaele Felaco, presenta alla stampa il suo progetto di legge ad iniziativa popolare “Lo Psicologo del Territorio”, per il quale è già partita la raccolta di firme. L’appuntamento è per martedì 15 gennaio alle ore 11, all’Hotel Holiday Inn al Centro Direzionale di Napoli. “Dopo tutto quello che abbiamo fatto – afferma il presidente Felaco nella consueta newsletter diffusa ai collegi – e dopo questo evento, dove dimostreremo quali capacità abbiamo nel coinvolgere i cittadini e quanto questi ci sono vicini, avremo una nuova immagine sociale ed un inedito prestigio politico. Così ci confronteremo con le Istituzioni Regionali da un punto di forza ineludibile. Finalmente – sottolinea il numero uno degli psicologi campani – potremo affrontare il problema del contributo della psicologia alla sanità pubblica, del suo riconoscimento e della sua valorizzazione”. Per la prima volta, dunque, si discute sull’opportunità di stabilizzare la figura dello psicologo nell’ambito dei servizi sociali e della scuola, ipotizzando così il varo di un progetto normativo ad hoc.
“Si tratta di un’esigenza – aggiunge Felaco – da sempre sentita tra i cittadini, sulla quale però il legislatore non è ancora intervenuto per istituzionalizzare la situazione”. In caso di esito positivo nella raccolta delle firme e di approvazione da parte del Consiglio regionale, spetterà poi ai 52 Ambiti territoriali per i Piani sociali di zona la realizzazione di tale sistema. Come emerge dalla relazione illustrativa della proposta di legge, diversi Piani sociali di zona hanno dato risposta a quest’esigenza mediante l’acquisizione della professionalità dello psicologo, tuttavia questa figura non è ancora prevista in modo strutturato e continuativo. “Affinchè si completi l’iter legislativo – conclude Felaco – occorre chiaramente una volontà politica. L’unica arma che abbiamo per condizionarla è la volontà popolare. La raccolta delle firme serve proprio per dimostrare alle Istituzioni regionali che c’è una volontà diffusa”.

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