Psicologia verso la riapertura

Psicologia potrebbe riaprire. L'Università di Parma e quella di Modena e Reggio Emilia si propongono di avviare un corso triennale interateneo in Scienze e tecniche psicologiche. La proposta, deliberata in sede locale dai rispettivi organi accademici, è ora all’esame del Cun e del Miur. Le lezioni saranno alternate tra Parma e Reggio Emilia. Dovrebbe accogliere un massimo di 300 matricole che dovranno superare un test selettivo. Il probabile avvio dall’anno accademico 2015/2016.

Il quadro regionale della formazione universitaria in ambito psicologico, dopo la decisione di Parma a partire dall’anno accademico 2013/2014 di non attivare la triennale in classe L-24 (Scienze e tecniche psicologiche), indica l’urgenza di ripristinare l’equilibrio regionale della formazione psicologica di primo livello, rendendo sostenibile l’esistenza di 7 lauree magistrali, di cui 2 (Psicobiologia e neuroscienze cognitive e Psicologia dell'intervento clinico e sociale) presso l’Ateneo di Parma e 5 presso l’Ateneo di Bologna. La constatazione di questa carenza ho convinto l'Ateneo di Modena e Reggio e l’Università di Parma ad unire le loro rispettive competenze didattico-scientifiche per dare vita ad un nuovo corso di laurea (triennale) interateneo.

«Siamo convinti che l’impegno congiunto dei due Atenei abbia portato ad una proposta di attivazione di un corso di studio con solide caratteristiche di sostenibilità in termini di docenti e infrastrutture e con un’offerta formativa moderna e di elevato profilo. Siamo quindi fiduciosi - afferma il prof Marco Sola, delegato del rettore di Unimore per la Didattica - che possa superare il rigoroso esame del Cun e dell’Anvur ed ottenere quindi l’accreditamento ministeriale. Questo corso si inserisce perfettamente nella realtà scientifica e didattica delle aree dell’Educazione e della Comunicazione della sede di Reggio Emilia di Unimore. Esso ha una identità affermata e riconosciuta e permette ai due atenei di rispondere ad una forte domanda di formazione nel settore, con una prospettiva di inserimento lavorativo dei laureati (ancorché a conclusione del percorso magistrale e del tirocinio) ad ampio spettro».

«La decisione che ha portato gli atenei di Parma e Modena e Reggio ad attivare questo corso di studio - ha affermato la prof Maria Cristina Ossiprandi, pro rettrice alla Didattica dell’Università di Parma - risponde sia alla domanda di comportamenti virtuosi da parte del Miur in termini di valorizzazione delle esperienze interateneo, sia alla richiesta di “Modernisation of Higher Education”, presente nella strategia europea 2020, che nel nostro caso viene concretizzata attraverso una didattica di tipo “blended”. Parma porta in questa nuova realtà tutta la positiva esperienza maturata nel passato e il valore aggiunto dato dalla collaborazione con più di 1.500 strutture e organizzazioni di ambito psicologico, sia pubbliche che private. Sottolineo infine - ha continuato la Ossiprandi - che questa nuova offerta formativa triennale si completa con due percorsi magistrali presenti all’Università di Parma, uno di ambito clinico-sociale e uno relativo alle neuroscienze cognitive».

Il nuovo corso è stato strutturato, dunque, come un corso di laurea interateneo in cui sono messe a sistema le risorse accademiche di entrambe gli atenei, anche riguardo alla condivisione dei servizi informatici.

Il corso, che avrà sede amministrativa presso la sede d’Ateneo di Reggio Emilia di Unimore, prevede che un congruo numero di insegnamenti siano forniti a distanza seguendo il modello “blended”, un metodo di insegnamento per così dire “ibrido”, che alle lezioni in presenza alterna e integra lezioni a distanza, videolezioni e l’utilizzo sistematico di mezzi digitali, video, forum, tutoraggio on line, in grado di coinvolgere attivamente degli studenti.

«Come Università di Parma - ha commentato il rettore Loris Borghi - siamo particolarmente soddisfatti della “ripartenza” del corso di laurea in Scienze e tecniche psicologiche, che in questi ultimi anni ha continuato a essere molto richiesto da parte di future matricole di tutta Italia. Tale corso viene nuovamente attivato insieme all’Ateneo di Modena e Reggio Emilia: questa collaborazione rappresenta una nuova modalità di risposta alla domanda degli studenti e nello stesso tempo un valore aggiunto per i due atenei coinvolti e per tutto il territorio in cui si trovano ad operare».

«L’istituzione nei nostri ordinamenti didattici di questo corso di laurea che realizzeremo insieme a Parma – ha affermato il rettore Unimore Angelo Andrisano – è la conferma della comune volontà di sapere mettere al centro delle nostre preoccupazioni non gli interessi localistici o di campanile, ma quelli degli studenti. E’ questa attenzione ad offrire una proposta formativa coerente con la forte domanda dei giovani per le scienze umane ed anche del territorio, alle prese con sfide difficili sul piano della integrazione, della inclusione, del disagio giovanile, della disoccupazione, che ci ha spinti a promuovere l’organizzazione di questo corso di studio, dai caratteri molto innovativi e che riunirà il meglio delle nostre esperienze accademiche in campo psicologico, educativo, sociale e clinico».

Il corso di laurea in Scienze e tecniche psicologiche si propone di fornire i fondamenti teorici e le competenze di base della psicologia e di settori affini, utili per comprendere il comportamento degli individui, dei gruppi e delle organizzazioni sociali, ovvero competenze metodologiche adeguate per affrontare la ricerca nei settori psicologici, conoscenze di carattere interdisciplinare, relative a biologia, statistica, criminologia, sociologia e diritto, nonché conoscenze relative alle caratteristiche dei contesti lavorativi in cui opera lo psicologo.

Al termine del percorso formativo gli studenti avranno sviluppato conoscenze sui processi cognitivi, psicobiologici, emotivi, educativi, sociali e clinici ed avranno acquisito competenze sui metodi di ricerca e di analisi dei dati.

Il corso di studio adotterà il numero programmato, accogliendo un massimo di 300 matricole. Il numero chiuso è motivato in primo luogo dalla esigenza di garantire un’elevata qualità della formazione. Inoltre, la limitazione degli accessi facilita il tutoraggio degli studenti, per i quali è obbligatorio un tirocinio didattico presso strutture esterne agli atenei.

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