Psicologia: studiare musica rende superlettori – AGI

13:23 19 DIC 2012

(AGI) - Milano, 19 dic. - I musicisti sono in grado di
riconoscere le parole con piu' facilita' rispetto alle persone
che non hanno mai studiato musica. A dirlo e' uno studio del
dipartimento di Psicologia dell'Universita' di Milano-Bicocca
condotto su quindici musicisti (pianoforte, violino,
violoncello, tromba, clarinetto, flauto, organo, composizione,
direzione d'orchestra) del conservatorio Verdi di Milano e su
altrettante persone con nessuna competenza musicale.
 

La ricerca dimostra che chi e' in grado di leggere il
pentagramma ha una marcia in piu': nel cervello dei musicisti,
infatti, si attiva un'area del linguaggio solitamente "spenta"
in tutte le altre persone. Lo studio, pubblicato su
Neuropsychologia e condotto in collaborazione con il Cnr presso
il laboratorio di elettrofisiologia cognitiva dell'Universita'
di Milano-Bicocca, puo' avere delle applicazioni positive anche
nella cura della dislessia. "E' noto che imparare a suonare
bene uno strumento musicale - ha spiegato Alice Mado Proverbio,
docente di Psicobiologia e Psicologia Fisiologica e
coordinatrice dello studio - modifica la connettivita'
cerebrale e la struttura funzionale del cervello, sia a livello
di materia grigia che di materia bianca, velocizzando il
transfer inter-emisferico, migliorando il controllo e la
coordinazione motoria e l'elaborazione uditiva dei suoni". Il
cervello dei musicisti, insomma, e' piu' smart.
 

"Noi abbiamo dimostrato che il cervello dei musicisti che hanno
iniziato a studiare musica da piccoli, entro gli 8 anni, e'
anche piu' veloce nel riconoscere le parole", ha continuato
Proverbio. "Per farlo, abbiamo confrontato l'elaborazione
visiva delle note e delle parole in 30 persone destrimani,
registrando la loro attivita' bioelettrica sincronizzata (ERP)
in risposta a parole e note in un pentagramma", ha aggiunto. I
ricercatori hanno scoperto che studiare musica da piccoli
modifica i meccanismi neurali di lettura delle parole,
qualunque sia la predisposizione genetica delle persone.
 
Mediante l'applicazione di una tecnica di neuroimmagine
elettromagnetica e' stato osservato che durante l'analisi di
simboli alfabetici le persone prive di conoscenze musicali
attivavano solo la regione per le parole (detta anche visual
word form area, situata nel giro fusiforme della corteccia
occipito/temporale, BA37) e il giro occipitale inferiore di
sinistra (BA18), mentre nei musicisti queste regioni si
attivavano su entrambi gli emisferi, raddoppiando il volume
corticale impegnato (guarda la foto 1 con le diverse
attivazioni cerebrali). Per la comprensione simbolica delle
note e' infatti necessaria una raffinata analisi spaziale di
tipo globale in cui eccelle l'emisfero destro. I musicisti, a
differenza delle altre persone che si sono sottoposte
all'esperimento, utilizzavano dunque le cortecce visive di
entrambi gli emisferi cerebrali, dando vita a un meccanismo
neurale in parte comune per l'analisi delle parole e delle note
nel pentagramma (guarda la foto 2 con una delle immagini
mostrate durante l'esperimento). "L'evidenza che il meccanismo
neurale di elaborazione delle lettere differiva per musicisti
dalle persone che non conoscono il pentagramma a ha concluso
Proverbio - dimostra come il training musicale precoce modifica
i meccanismi neurali di lettura. Questi risultati possono avere
interessanti applicazioni per i bambini a rischio di dislessia
(deficit di lettura) in cui la regione visiva per le parole (di
sinistra) si attiva in modo atipico o insufficiente". Lo studio
della musica all'inizio dell'alfabetizzazione svilupperebbe
dunque un centro di analisi visiva simbolica anche a destra,
che verrebbe poi utilizzato sia per le parole sia per le note.
 
(AGI)
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