Psicologia: resistere alla crisi?

“Le anime più forti sono quelle temprate dalla sofferenza.

I caratteri più solidi sono cosparsi di cicatrici.”

Khalil Gibran

Si chiama Resilienza quella “strana” capacità di riuscire ad affrontare le avversità della vita e di resistere ai suoi urti. La resilienza ci aiuta quindi anche nelle avversità a mantenere intatta la nostra emotività ed equilibrio psichico. Ma la possediamo tutti o anche se ci rendiamo conto di non possederla possiamo crearcela?

Ebbene la possibilità di far fronte e superare queste situazioni altamente ostili e avverse nasce dentro di noi grazie ad una specifica combinazione di numerosi fattori. Per capirci meglio proviamo a stilare una sorta di profilo del perfetto resiliente: il resiliente è colui che ha la situazione piena di padroneggiare al meglio le situazioni, ha una buona autostima e una conseguente buona capacità di trovare una soluzione ai problemi che lo affliggono.

Come affermavo poc’anzi l’autostima è la macchina che guida tutto il percorso di resilienza o di sviluppo della stessa, che deve assolutamente essere accostata alla situazione generale. Proviamo a fare un esempio; se perdiamo il lavoro e non abbiamo fuori dall’ambito lavorativo un adeguato supporto familiare e amicale anche se abbiamo una buona autostima il nostro “potere” di resilienza non riesce a venir fuori, almeno non nell’immediato.

Possiamo quindi ben comprendere come per lo sviluppo della resilienza sia importante l’ambiente in cui si è cresciuto, in quanto un’atmosfera familiare rassicurante favorisce il nostro sapere affrontare i problemi. Ma anche chi non è cresciuto in un ambiente che potesse favorire l’appoggio emotivo o un adeguato sviluppo dell’autostima può sviluppare resilienza, vediamo insieme come.

 Pensiamo e valorizziamo il nostro passato: in situazioni di difficoltà pensiamo a come siamo riusciti a affrontare con successo un’altra situazione altamente stressante e difficoltosa che pensavamo di non riuscire a superare, in questo modo la nostra autostima aiuterà la resilienza a venir fuori in modo adeguato;

 Concentriamoci sul presente: è importante contestualizzare la situazione che si sta vivendo, ciò che sta accadendo accade ora e solo ora, quindi non sarà per sempre, abbiamo gli strumenti quindi per superarla, troviamoli e andiamo oltre;

 Essere flessibili: questa prerogativa è fondamentale perchè se non mostriamo un minimo di flessibilità nella nostra vita e nel nostro pensiero difficilmente riusciremo a sviluppare la nostra capacità di resilienza. Abbiamo una difficoltà? Cambiamo il nostro schema di pensiero, troviamone uno alternativo perchè forse quello vecchio non è idoneo ad aiutarci adesso. Per far questo dobbiamo anche imparare a sviluppare il nostro senso dell’orgoglio, perchè rimuginare sul passato non serve a niente, cambiamo i nostri meccanismi di pensiero e siamo orgogliosi degli obiettivi che man mano riusciremo a raggiungere con questo nostro nuovo assetto mentale;

 Impariamo a chiedere aiuto: ecco perchè è importantissimo l’ambiente familiare in cui siamo vissuti, nella società odierna sembra sempre di più un fallimento il chiedere aiuto e supporto ai propri familiari eppure è una cosa fondamentale per affrontare e superare i momenti di difficoltà. Dobbiamo iniziare a riconoscere le nostre emozioni e a comunicarle nel bene e nel male, ammettendo le nostre debolezze del momento, perchè avendo qualcuno al nostro fianco che ci mostra un’altra visione della situazione che viviamo può farci vedere le cose con occhi diversi e farceli apparire più semplici rispetto a quello che credevamo, attiveremo così in modo più semplice la nostra capacità di resilienza e superare nel modo più semplice possibile la situazione di difficoltà;

 Non piangersi addosso: la cosa più sbagliata che possiamo fare è piangerci addosso, chiederci perchè è capitato a noi e solo a noi. Il nostro sentirci perseguitati ci risucchierà sempre di più nelle sabbie mobili del non riuscire. Elaboriamo invece pensieri positivi

 Hardiness: comprende tre dimensioni: il controllo, ovvero la nostra convinzione di controllare l’ambiente che ci circonda e di conseguenza anche l’esito degli eventi; l’impegno nel crearci degli obiettivi da raggiungere e superare; la sfida dove abbiamo la visione dei cambiamenti come incentivi e le opportunità di crescita.

Ma quali sono le domande che dovremmo porci nelle situazioni in cui la resilienza potrebbe “salvarci”? vediamole un pò:

 quali eventi per me risultano più stressanti?
 in che modo o maniera mi hanno condizionato?
 nei momenti di difficoltà quale persona è stata per me più significativa?
 nei momenti difficili cosa ho più apprezzato di me stesso e del mio modo di relazionarmi con gli altri?
 una volta superati i miei momenti più difficili quanto ha contato per me aiutare chi si trovava nelle situazioni difficili da me sperimentati?
 come ho superato i momenti più difficili?

La Dott.ssa Elvira Orrico che ha scritto l’articolo è una Psicologa dinamica e clinica per le persone le organizzazioni e le comunità, specializzata in Mediazione Familiare. Opera sulla provincia di Cosenza sia privatamente che in collaborazione con varie associazioni che operano sul territorio. Esperta nel sostegno psicologico della coppia e della famiglia, nella gestione di comportamenti problema come i disturbi alimentari, la fame emotiva e i problemi psicologici a loro connessi. Riveste il ruolo di vicepresidente nell’associazione “Nutrizioneumana”. È possibile contattarla sia alla pagina face book: http://www.facebook.com/psicologa.dottoressaorricoelvira
Oppure sul blog: http://www.elviraorrico.blogspot.it/

 

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