Psicologia: quando si scopre che Babbo Natale non esiste…
Pubblicato il dicembre 28th, 2015 da Grazia Musumeci
Prima o poi bisogna dirglielo. Babbo Natale non esiste. O meglio, sì, è esistito… si chiamava Nicola ed era un vescovo di origine turca che amava e aiutava i bambini… ma non ha la slitta, né le renne, e tantomeno porta i regali sotto l’albero. E’ tempo di far capire ai vostri bambini che devono dire grazie a mamma e papà, per i doni, non a un vecchio vestito di rosso! Ma come si fa?
E’ un lavoro psicologico importante, perchè a quell’età le delusioni sono cocenti e possono anche deformare l’idea di fiducia che i piccoli hanno nei confronti dei genitori. Ma come, prima mi dite una cosa e ora non è vero niente? Gli esperti suggeriscono di aspettare innanzi tutto l’età giusta, che è intorno ai 7 anni. In secondo luogo, aspettate che sia lui a chiederlo: ma Babbo Natale esiste o no? In quel caso, ditegli la verità e spiegategli perché lo avete “ingannato” per tanti anni. Le reazioni potranno essere due: il bambino si sente importante, perché voi lo considerate grande abbastanza da capire certe cose… o potrà sentirsi tradito.
Per evitare la seconda situazione, è bene condurre la discussione coinvolgendo il piccolo in prima persona: secondo te? tu cosa pensi? e se fosse invece il papà a portare i doni, ti piacerebbe? Potete poi accordarvi e decidere insieme di “credere” a Babbo Natale per un po’. Oppure inventare un gioco, per esempio invitare il bimbo a indovinare chi porta i doni al posto di Babbo Natale, tra i tanti parenti. Tutto questo, pur non eliminando del tutto la magia della fiaba, rende il passaggio verso la verità meno traumatico. E rafforza la fiducia del bambino nelle proprie capacità razionali. Certo, c’è un terzo rischio … che capisca prima del tempo il valore dei soldi di mamma e papà e che cominci a lavorare su questo per ottenere quello che desidera. Ma questa è un’altra terapia…
Tag:ansia, benessere, cervello, Psicologia
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