Psicologia, psicologi e dintorni

Ancora oggi capita di avvertire la confusione diffusa riguardo a cosa sia la psicologia e a quale lavoro svolgano gli psicologi. Ciò è comprensibile dato che in pochi, sia tra noi psicologi sia tra figure professionali di riferimento come ad esempio i medici e gli insegnanti, hanno cercato e cercano di fare chiarezza. In più, nel corso degli anni, si sono create una moltitudine di figure professionali apparentemente simili, che contribuisce ad accrescere la confusione. Io ritengo che, quando una persona ha un problema ed intende richiedere un aiuto esterno, la prima cosa utile per incamminarsi verso la soluzione è avere le idee chiare riguardo al professionista a cui può rivolgersi. Ciò permette di fare una scelta consapevole e, aspetto non secondario, di risparmiare tempo e denaro. Pertanto, credo fermamente che ognuno abbia il diritto di andare, o non andare, dallo psicologo o da qualunque altra figura professionale, dopo aver acquisito adeguate informazioni.
Dunque...chi è lo psicologo? Iniziamo con il dire che attualmente si diventa Psicologi dopo aver conseguito la laurea in psicologia (che ha la durata di cinque anni), aver effettuato il tirocinio previsto, aver superato l'esame di abilitazione alla professione di psicologo ed essersi iscritti all'albo degli psicologi.
Lo psicologo può svolgere varie attività di consulenza ma non può operare la psicoterapia. Per far questo si deve, oltre a tutto ciò che ho già elencato, frequentare una delle scuole di specializzazione in psicoterapia, che hanno una durata minima di quattro anni e portano a conseguire l'abilitazione all'esercizio della psicoterapia. Esistono numerose scuole che utilizzano approcci e metodi psicoterapeutici molto diversificati rifacendosi a teorie psicologiche diverse. È frequente far coincidere la figura dello psicoterapeuta con quella dello psicoanalista che cerca di interpretare ogni parola o movimento, magari mentre siamo distesi sul lettino. In realtà, esistono un'infinità di approcci psicoterapeutici molto diversi da questo, dalla terapia sistemico familiare a quella costruttivista, dalla terapia breve strategica a quella cognitivo-comportamentale...
Ci sono interventi molto mirati e concreti che si basano sui risultati di ricerche sul comportamento umano e sulla sua relazione con pensieri ed emozioni. Esistono tecniche psicoterapeutiche di ultima generazione, che si rinnovano e migliorano alla luce dei risultati delle ultime ricerche.
Le psicoterapie si sono specializzate per trattare, senza farmaci, una moltitudine di disturbi: da quelli d'ansia a quelli alimentari, dalla depressione alle fobie e ai disturbi del comportamento sessuale, fino ad arrivare ai problemi dei bambini come i disturbi specifici dell'apprendimento ed il disturbo da deficit di attenzione ed iperattività.
Vorrei, a questo punto, chiarire alcune cose che mi stanno a cuore. Innanzitutto vorrei abbattere un'idea erronea, purtroppo ancora abbastanza diffusa, ovvero quella che andare dallo psicologo significa doversi vergognare. Pensiero capace di alimentare diffidenza e paura e di produrre danni. I problemi ed i disturbi psicologici sono estremamente diffusi e, negarli per vergogna è di sicuro il modo peggiore per affrontarli. Al contrario, acquisire la consapevolezza di un proprio problema o di un proprio disturbo e desiderare affrontarlo e risolverlo mi sembra un atteggiamento assolutamente saggio.
Per concludere, al di là della diversa formazione e dell'inevitabile differenza in quanto si tratta di esseri umani, io credo si possa dire che lo psicologo (o psicologo-psicoterapeuta) è la figura a cui ci può rivolgere quando qualcosa ci affligge o ci preoccupa e cerchiamo qualcuno che possa offrire la sua competenza per aiutarci, senza mai giudicarci. La figura a cui rivolgersi quando siamo consapevoli di avere un problema che compromette la nostra qualità della vita e cerchiamo qualcuno che ci guidi verso la soluzione attraverso un percorso da fare insieme.

Daniela Stagi 

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