Psicologia & Letteratura. Rischio e Conquista della vita …



Il Mercoledi Dello Psicologo, 30 Novembre 2011 alle 20:57:21

Psicologia Letteratura. Rischio e Conquista della vita: CONTROPOTERE - il nuovo libro di Massimiliano Griner e Lilly Viccaro Theo

[Fotogallery]

Dott.ssa Mariarita Valentini (E-mail: mariaritavalentini@yahoo.it)

"Nella dama, come tutti i giocatori sanno, esiste una linea immaginaria, che attraversa diagonalmente la scacchiera da un angolo all'altro. È la linea di difesa. Chiunque riesca a conquistarne il controllo, assume l'iniziativa del gioco; attraversata quella linea, si entra nella fase di attacco" (Graham Greene, Il nostro agente all'Avana)

In Friuli ho avuto il privilegio di conoscere Giorgio Zicari,

 in occasione di un intervista che lo storico Massimiliano Griner1 ha effettuato per il libro "Contropotere - La notte della Repubblica e i giornalisti che hanno cercato di fare luce".
Era una temperata giornata di fine giugno; Zicari mi colpì subito per la straordinaria energia fisica ed intellettuale: una capacità di concentrazione e attenzione verso ciò che tutti gli altri, nessuno escluso, dicevano e argomentavano. Questa attitudine vorace resta nel mio ricordo come il marchio distintivo e inimitabile del suo stile di personalità più puro, del suo carattere. Il giornalista romano mi parve da subito come un misto sorprendente di adulto e ragazzino, di Senex e di Puer, intuitivo, volatile, rapido, instancabile e nel medesimo tempo profondo e capace d'introdurre la dimensione del sentimento nella propria speculazione.
Zicari negli anni ‘70 era la punta di diamante del "Corriere". Nel 1974 fu "esiliato" dal mondo del giornalismo perché accusato di aver trasmesso ai carabinieri del Sid informazioni sul Mar di Fumagalli. A distanza di anni, il sagace giornalista, racconta come si svolsero realmente i fatti; come attraverso determinazione e coraggio riuscì a ricostruire la sua vita.

È abitudine comune a tutti aggettivare una persona in un modo particolare per rilevarne delle caratteristiche che ne mettano in evidenza lo spessore psicologico e a volte anche morale. Spesso, in tal modo, nel nostro giudizio l'altro viene ridotto a un'immagine stereotipata, statica che non risponde alla sua autentica verità psicologica. L'esperienza ci insegna come ogni individuo sia una tensione di elementi contrastanti, di bene e di male, di luce e di tenebra, elementi che ci determinano nella nostra complessità di individui.

Lo scrittore Massimiliano Griner e la giornalista Lilly Viccaro Theo2 nel loro ultimo saggio "Contropotere" hanno mirabilmente raccontato con interviste inedite e ritratti cangianti i giornalisti investigativi e d'inchiesta degli anni ‘70. Non hanno teso a ridurre a un unico tono la gamma contrastante delle personalità e degli accadimenti, ma hanno tentato di integrare fra loro le componenti dinamiche, in modo da poterne riconoscerne la poliedricità, le tante anime, come direbbe Pessoa, che li abitano.
Spesso si crede che il sottolineare l'importanza dell'individuo e la necessità di adottare criteri di conduzione assolutamente personali, implichi il disconoscimento, se non il disprezzo, della morale comune, un cadere in un romantico quanto individualistico arbitrio esistenziale. In realtà è proprio l'opposto: la vera regola morale può nascere solo nel momento in cui un individuo la trova, per così dire, all'interno di sé. Il tentare di affermare se stessi, dunque, lungi dall'essere l'opera solipsistica e aristocratica di un individuo sciolto da ogni vincolo di appartenenza a una comunità, necessita di una grande responsabilità individuale. La nostra è una società che evita di ascoltare se stessa, il proprio malessere e dolore, che tenta di renderci insensibili ai richiami interni, al disagio dell'anima che cerca spazio; tutto ciò che viene prodotto serve ad anestetizzare le coscienze, a renderle insensibili ai richiami accorati della psiche.
La "modalità creativa" di personaggi come Zicari, Pasolini, De Mauro, Nicotri, Incerti, Scialoja fa che della loro esistenza qualcosa di molto simile ad un opera artistica, è in realtà ad un certo punto disconosciuta se non apertamente osteggiata: il nostro assetto sociale mostra di avere più bisogno di oggetti che di soggetti, di escludere gli individui "creativi", e le pressioni culturali all'uniformità, al conformismo, alla piattezza critica, soffocano il perseguimento di un modo personale di muoversi nella realtà.
Leggendo le pagine di "Contropotere" un tratto comune unisce Pasolini a Zangrandi, Incerti a Nozza, Zicari a Giannettini, Nicotri a Isman: la trasgressione di un divieto.
La storia della conoscenza ha inizio con la violazione di un divieto, dalla mitica uccisione del padre primordiale, alla disobbedienza dei nostri progenitori scacciati dal Paradiso: la storia del sapere è la storia del superamento continuo dell'ordine "altro", la rottura di ogni assetto che diventa mortifero non appena si irrigidisce nella regola. Si apre allora un conflitto ineluttabile tra tendenze di rinnovamento e spinte contrastanti, conflitto che assume una portata mitica, giacché è il paradigma nel quale si inscrive tutto il cammino del pensiero umano, dall'arte alla scienza, dalla filosofia alla letteratura. I grandi pensatori del secolo, da Bruno a Campanella, da Galileo a Sarpi, pagano un prezzo altissimo al pregiudizio e alla cecità dei sostenitori di un ordine che non si vuole arrendere all'ineluttabilità della sua morte. È la storia eterna del mito, che ripropone l'immagine ancestrale delle leggende ebraiche, egizie e greche nelle figure di Mosè e di Edipo. La lotta per l'affermazione della propria autonomia coincide dunque con una presa d'atto del valore positivo della trasgressione, se essa si fa strumento di disvelamento delle proprie capacità critiche e creative. Un modo diverso di intendere l'esistenza è quello di ricrearla secondo prospettive che solo la nostra singolarità può illuminare, così che noi possiamo regalare agli altri un modo nuovo di guardare il mondo e le cose. La possibilità di aprire nuovi orizzonti di conoscenza è proporzionata alla capacità di scoprire una via segreta e del tutto personale, rispetto alle vie già battute.
Gli esiti spesso drammatici dei giornalisti raccontati in "Contropotere" (Isman, Nicotri e Scialoja si trovano a vivere la tragica esperienza del carcere a causa del loro lavoro di cronisti) suggeriscono che occorre superare ogni modello preconfezionato e affrontare da solitari il cammino della propria esistenza, sopportando il peso della responsabilità dei propri atti e l'angoscia che da ciò deriva. Seppure le strade di De Mauro, Zangrandi, Pasolini, Nozza, Zicari e Isman appaiono marcatamente diverse, e ognuna è segnata da tappe e da incontri del tutto singolari, non è difficile inserirle nel comune paesaggio di una ricerca interiore che richiede all'individuo una prova su se stesso, quel saggiare le proprie potenzialità esplorando in tutta la sua ampiezza il luogo del cuore, per scoprire nell'intricata trama delle sue passioni, fino a che punto si possa diventare demoni, o respirare le atmosfere rarefatte dell'angelo. Quanto più hanno sondato impietosamente le oscurità sconosciute dell'anima, quanto più si sono abbandonati ai rischi di una simile impresa, tanto più abbiamo acquisito conoscenza del loro spessore psicologico, del loro tratto autentico, quello per il quale sono stati incompresi, giudicati, ma anche quello per il quale hanno dato un'impronta assolutamente unica alla terra in cui gli è stato dato di vivere.

In "Contropotere" ogni parola può costituire una vera rivelazione, ciò può fornire una chiave in più, o magari un grimaldello, che ci apre un'altra porta, un altro passaggio alla comprensione del difficoltoso viaggio nell'Italia degli anni ‘70 e delle sorti dei suoi protagonisti. Brillanti, precisi e plastici Griner e Theo Viccaro si esprimono nelle loro speculazioni, nelle loro domande, nelle loro risposte. Questa è la ragione per cui le loro riflessioni, che spesso prendono un tono caustico e dissacratorio hanno sempre qualcosa di pungente e di stimolante.

 

Note

1Massimiliano Griner (Milano, 1970) è sceneggiatore, autore radiofonico e storico. Tra i suoi libri "La banda Koch. Il reparto speciale di polizia" e "La pupilla del duce. La legione autonoma Ettore Muti" (Bollati Boringhieri), "Nell'ingranaggio. La scomparsa di Mauro De Mauro" (Vallecchi), "I ragazzi del '36. L'avventura dei fascisti italiani nella guerra civile spagnola" (Rizzoli), "Piazza Fontana e il mito della strategia della tensione" (Lindau). Ha in preparazione "101 estremisti di destra" (Newton Compton) e la cura de "L'Aquila e il Condor, le memorie autobiografiche di Stefano Delle Chiaie" (Sperling Kupfer).

2Lilly Viccaro Theo è giornalista, ha lavorato per "Il Mattino" e collaborato con varie testate. Dal 2009 lavora per il programma di Rai Tre "Chi l'ha visto?". Nel 2008 ha vinto il Premio Siani con una tesi di laurea sugli anni di piombo e lo stragismo.

 

 

 

Leave a Reply