Psicologia. Effetti delle punizioni fisiche sui minori. Ecco cosa fare e …

In questi paesi (ma anche nel nostro) c’è ancora la convinzione che  umiliare e picchiare abbia una qualche utilità ai fini del processo educativo.

Peccato però che le cose non stiano proprio così e i risultati di tante ricerche lo sostengono e promuovono il riconoscimenti di diritti anche per i minori. Infatti ciò che i figli imparano è ben lungi da ciò che i genitori sperano di ottenere.

Vediamo cosa dice la ricerca.

Punire sia fisicamente che in altro modo è comunque degradante e indebolisce il rapporto genitori figli. I genitori dovrebbero proteggere da tutto ciò che potrebbe rappresentare un pericolo per i figli. I genitori che picchiano rappresentano quindi il primo pericolo per i figli che imparano presto a non sentirsi protetti. Tra loro dovrebbe esserci un rapporto basato sulla fiducia e sulla reciproca stima solo così si ottiene uno sviluppo sereno, quindi sano, quindi con tutte le prospettive aperte e accessibili.

 Il bambino vede incrinato lo sviluppo psicofisico se sottoposto a qualsiasi tipo di punizione. Solo se apprezzato, un bambino può crescere in modo sano. Se punito si sente rifiutato e può quindi crescere depresso e con mille ansie e far uso di droghe, alcolici e nei casi estremi sviluppare sintomatologie psichiatriche. Chi viene punito può maturare una scarsa autostima, una personalità precaria e quindi anche instabile, avere difficoltà nello sviluppo cognitivo, avere difficoltà a diventare indipendente, sviluppare timidezza, diventare introverso, passivo, dipendente emotivamente ed affettivamente e, nei casi estremi si possono presentare sintomatologie depressive e  tendenza suicide.

I rapporti genitoriali posso essere caratterizzati da irritazione, rancore, continui litigi, fughe. Avendo paura dei genitori si tenderà a mentire, in alcuni casi rubare e a sviluppare una forte aggressività che diviene forse l’unico mezzo percepito come risolutore dei conflitti con i loro coetanei. Da qui il noto fenomeno del bullismo sia con i coetanei che con eventuali partner. Questi soggetti svilupperanno un basso livello di empatia che li può portare anche a comportamenti antisociali.

Un ultimo punto è legato all’intensità delle punizioni fisiche. Se il bambino non obbedisce e il genitore è convinto che l’unico modo sia la punizione fisica, la disubbidienza può essere compensata con un incremento dell’uso della violenza che potrebbe divenire incontrollata. La maggiore violenza usata dal genitore potrebbe degenerare con conseguenze anche tragiche. Infatti, in tutto il mondo, molti bambini, muoiono sotto i ‘colpi’ sconsiderati e fuori controllo di un genitore che ignora altri modelli educativi.

Questi bambini si percepiscono soli e senza riferimenti e della vita non percepiscono il minimo interesse, crescendo in questo clima avvertono un profondo senso di umiliazione e senza nessuna protezione e nella loro testa si fa strada l’idea di vivere in un mondo ingiusto. La tristezza li accompagna fino al punto di isolarsi e non avvicinare ne farsi avvicinare da nessuno, giungendo alla decisione di rifiutare ogni forma di comunicazione con il mondo esterno. Il tutto ha origine dalla convinzione di essere odiati dalla propria madre – proprio padre. Si formano pensando di dover far tutto da soli perché nessuno può dar loro aiuto e la percezione del mondo è quella di un luogo pieno di frammenti impossibile da ricomporre.

Cosa non fare

Urlare

Schiaffeggiare

Minacciare

Insultare

Afferrare con forza

Cosa fare

Rispetto

Non-violenza

Fiducia

Sicurezza di sè

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