Psicologia e trading : lo stress delle posizioni short

Il cervello umano è long. Lo short è una dimensione innaturale. Le conferme arrivano da uno studio dell’Università Politecnica delle Marche in collaborazione con l’Università di Parma. L’aspetto più interessante della ricerca è che le posizioni ribassiste sono stressanti sia per gli investitori part time sia per i professionisti. I trader full time e di successo, fra l’altro, sono stati sottoposti a risonanza magnetica con contrasto. Nelle operazioni long è risultata più irrorata la parte del cervello più razionale, quella più profonda. Con lo short invece viene maggiormente stimolata la parte emotiva. 
La ricerca ha poi confermato che nei trader professionisti è la parte della memoria ad essere più attiva, quella dove risiede la propria metodologia, mentre negli altri investitori prevale l’emotività. L’unico modo per affinare e migliorare i propri risultati? “L’addestramento spinto”, ha spiegato Gianmario Raggetti uno dei professori che ha curato lo studio e docente di economia degli intermediari finanziari. (riproduzione riservata)

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