PSICOLOGIA E SPORT

Un viaggio curato

da Matteo Simone,

psicologo psicoterapeuta, con consigli utili e analisi sull’attività sportiva, sul benessere fisico e non solo…

matteo simone

Matteo Simone, psicologo clinico e di comunità, psicoterapia della Gestalt, terapeuta E.M.D.R. (Eye Movement Desensitization and Reprocessing). Master Interuniversitario di Psicologia dello sport – Università degli Studi di Roma “Foro Italico”. Master in Ipnosi Ericksoniana – Scuola Italiana di Ipnosi e Psicoterapia Ericksoniana. Componente del Servizio di Psicologia dell’Emergenza dell’Ordine degli Psicologi del Lazio. Specializzato in disturbo post traumatico da stress, dipendenze e performance. Sport praticati: podismo, capoeira, podismo, ciclismo. Pubblicazioni : “Psicologia dello sport e non solo”, Aracne editrice, Roma, 2011. “Psicologia dello sport e dell’esercizio fisico. Dal benessere alla prestazione ottimale”, Sogno Edizioni, 2013.

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www.psicologiadellosport.net

L’ULTIMA PUNTATA

Autoefficacia nello sport

Matteo SIMONE

Psicologo, Psicoterapeuta

 

DJOKOVIC: “Ho cercato, sin da piccolo, di vedermi in campo l’ultima domenica di Wimbledon giocare la finale, per me è sempre stato l’obiettivo numero uno”. (1)

 

Intervento su misura (Tailoring): dopo un’attenta analisi della domanda, si personalizzerà il progetto di lavoro in base alle sue specifiche esigenze, alle sue richieste ed ai suoi obiettivi, alla personalità del cliente,

Per lavorare bene è necessario:

  • stabilire una sorta di “alleanza” sia con gli atleti che con l’intero staff;

  • la presenza di un clima di fiducia e di collaborazione reciproca con l’atleta e con le varie figure dell’equipe;

  • coinvolgere anche l’allenatore, il preparatore atletico e le altre figure professionali.

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Il tennista Djokovic

Si instaura una relazione basata sulla reciproca fiducia e tesa a permettere: ascolto empatico, l’espressione delle difficoltà, supporto psicologico. L’atleta e lo psicologo vivono uno spazio ed un tempo loro, riservato, esclusivo, derivato dal fidarsi da parte dell’atleta e dall’interesse dello psicologo a mettere se stesso e la sua professionalità a disposizione dell’atleta. Si tratta di incontrare l’altro che ha una esigenza, una difficoltà, un problema, stabilire un contatto reciproco.

Attraverso le osservazioni sul campo, si ha modo di cogliere le dinamiche tra atleti ed allenatori, le modalità di feedback da parte degli allenatori, le reazioni degli atleti ad allenamenti faticosi o dolorosi.

L’autoefficacia viene definita dallo psicologo Albert Bandura come “la fiducia che una persona ripone nella propria capacità di affrontare un compito specifico”

L’autoefficacia è la convinzione della propria capacità di fare una certa cosa, o in altre parole, di raggiungere un certo livello di prestazione. Le nostre credenze riguardanti un certo risultato futuro contribuiscono a concretizzare proprio quel risultato che avevamo presagito

Le fonti delle convinzioni di efficacia

Le esperienze di gestione efficace: affrontare con successo una situazione è la via più proficua per acquisire un forte senso di efficacia. I successi determinano una solida fiducia nella propria efficacia personale. I fallimenti invece la indeboliscono, in particolar modo qualora si verifichino prima del costituirsi di un saldo senso di efficacia. L’acquisizione di un solido senso di efficacia richiede il superamento di ostacoli per cui è necessaria la perseveranza nell’impegno.

Dal momento che la fiducia nelle proprie capacità è la chiave per portare alla luce le potenzialità e migliorare la performance, è di vitale importanza saper ricostruire la storia dei nostri successi: non c’è nulla, infatti, che garantisca il successo come il successo stesso.” (2)

La seconda delle principali vie per la creazione e il rafforzamento delle convinzioni di efficacia è costituita dall’esperienza vicaria fornita dall’osservazione di modelli. Vvedere persone simili a sé che raggiungono i propri obiettivi incrementa nell’osservatore la convinzione di possedere anch’egli le capacità necessarie a riuscire in situazioni analoghe.

La persuasione è il terzo mezzo capace di consolidare la convinzione delle persone di essere in possesso di ciò che occorre loro per riuscire. Rivolgendosi a KVITOVA dice NAVRATILOVA: “Se davvero lo vorrai, potrai diventare qualcuno.” Le persone che sono state convinte verbalmente di essere in possesso delle capacità necessarie per compiere efficacemente determinate attività hanno più probabilità di attivare un impegno maggiore e più prolungato. Chi è abile nel migliorare il senso di efficacia fa in modo che non si cimentino prematuramente in situazioni che hanno buone probabilità di condurre a frequenti insuccessi. Incoraggia, inoltre, a misurare i propri risultati in temini di miglioramento personale piuttosto che di confronto competitivo con gli altri.

Anche l’umore entra in gioco: lo stato d’animo positivo aumenta il senso di autoefficacia e quello negativo lo diminuisce le persone dotate di un buon senso di efficacia considerano il proprio stato di attivazione emotiva come qualcosa che facilita l’azione dando energia, mentre quelle sfiduciate vivono la stessa attivazione come debilitante.

Come rafforzare le convinzioni di autoefficacia di riuscita?

Ricorda un evento, episodio, prestazione, dove sei riuscito, quali erano le sensazioni? Cosa ha contribuito alla tua riuscita? Quali tue caratteristiche sono state determinanti? Chi ha contribuito al tuo successo?

Le convinzioni di efficacia possono essere promosse e potenziate attraverso l’uso di specifiche strategie quali il “goal setting” e il “feedback”:

  • l’esperienza diretta di successo in compiti di crescente difficoltà è certamente la fonte principale delle convinzioni di autoefficacia;

  • sedute di allenamento che favoriscano esperienze di superamento graduale e progressivo degli ostacoli e delle difficoltà;

  • conoscere le abilità dei propri atleti costruire un programma di preparazione che si basi su obiettivi concreti e reali;

  • fissare obiettivi limitati, raggiungibili e progressivamente più ambiziosi è uno dei modi migliori per aumentare l’autoefficacia dell’atleta;

  • persuasione verbale da parte di altri che tendono a sottolineare gli elementi positivi di un gesto o un’azione.

Il feedboack rappresenta lo strumento principale per riconoscere una buona performance e per indirizzare comportamenti che devono essere migliorati. Il feedback aiuta le persone a rimanere in linea con i target prefissati e a realizzare i loro obiettivi.”

 

  1. Corriere sport stadio 2.7.2011.
  2. Whitmore J., Coaching. Per le aziende e le persone che vogliono: crescere e apprendere, migliorare le prestazioni, trovare scopo e significato, Sperling Kupfer, Torino, 2006, p. 27.
  3. Costello S.J., Gestire e migliorare le performance, McGraw-Hill, Mmilano, 1998, p. 51.
  4. Simone M.: Psicologia dello sport e non solo, Aracne, Roma, 2011, pag. 22.

 

 

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Matteo Simone

 

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