Psicologia dietro WhatsApp a pagamento

WhatsAppLa celebre applicazione per smartphone, WhatsApp, diventerà a pagamento anche per Iphone.
Jan Koum, amministratore delegato della società, ha dichiarato che nel corso dell’anno, una delle applicazioni più scaricate e utilizzate dalla nascita dei telefoni di ultima generazione, richiederà un rinnovo annuale, al prezzo di circa ottanta centesimi, anche per la piattaforma della mela. Al momento, soltanto Android e BlackBerry sottoscrivono questo tipo di abbonamento.
Giusto o sbagliato che sia, questa decisione fa leva su diversi principi di psicologia persuasiva. Tanto per cominciare, “l’avversione alla perdita” o “principio di rarità”. Questo principio si basa su un concetto molto semplice, ma estremamente efficace, spesso tradotto popolanamente in frasi come: ti rendi conto di quello che hai, soltanto quando lo perdi, oppure, si desidera sempre ciò che non si ha.
Si può ridurre ai minimi termini, dicendo che alla base, l’associazione mentale che viene effettuata è la stessa.
Gli utenti che hanno utilizzato l’applicazione in modo gratuito fino a oggi, prospetteranno la possibile perdita di un prodotto indiscutibilmente efficiente, per non spendere pochi spiccioli all’anno. Metteranno, per così dire, sulla bilancia, i pro e i contro e molti decideranno che la spesa sarà accettabile.
C’è un altro principio molto importante, quello del “Consenso”, esplorato da Robert Cialdini nei suoi studi sull’influenza sociale. Intendiamoci meglio. Un utente IPhone, avrà tra le sue conoscenze, molti utilizzatori di Android, BlackBerry, eccetera, con i quali comunicherà utilizzando l’applicazione inquisita. Questi, al momento, pagano annualmente per poter usufruire del servizio e in questo modo, involontariamente, influenzeranno il possessore dell’IPhone a sborsare il dovuto per continuare a comunicare con loro utilizzando la rete. In caso contrario, chiunque sia il mittente dei due, dovrà sottostare alle condizioni tariffarie previste dal proprio piano telefonico. Può sembrare quasi superfluo, ma chi non vorrà pagare per l’applicazione, non avrà il consenso delle persone con cui si scrive utilizzando l’applicazione stessa, riducendo così le possibilità di comunicazione con la propria cerchia di contatti.
Di conseguenza, si va a lambire il principio del conformismo, che prevede il bisogno di adeguarsi alle scelte delle masse per non sentirsi esclusi.
Ci sono altri princìpi tirati in ballo con questa che appare come una semplicissima operazione di marketing, ma è giusto che si parli di questi meccanismi ben noti a pubblicitari, i quali oggi come oggi sono più psicologi che altro, e a tutti coloro che hanno il mistico potere di trasformare in ardenti desideri ciò di cui ieri non avevamo bisogno.
Insomma, è un po’ come se dicessi che è assolutamente vietato leggere questa riga.

Aristide Capuzzo


Devi essere registrato per inviare un commento

Entra o registrati

Leave a Reply