Psicologia dell’avidità, dove nasce e cosa nasconde una …

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Peccare di avidità. Un atteggiamento che nasconde povertà d’animo, egoismo, insicurezza? E perché essere avidi è considerato un peccato? Dante dedica un intero girone dell’Inferno agli avidi. Per San Tommaso d’Aquino l’avidità è un peccato mortale, perché l’uomo rinuncia alle gioie eterne per i beni materiali.

Ma la psicologia cosa ci dice sull’avidità? Stephen A. Diamond, psicologo autore di Anger, Madness, and the Daimonic: The Psychological Genesis of Violence, Evil, and Creativity, spiega che sia l’avidità che l’avarizia rientrano in quel desiderio bramoso, individuato da Gautama Buddha come un eccesso di attaccamento al mondo materiale ed ai suoi piaceri, alla radice di tutte le sofferenze umane.

L’avidità ci porta a non essere essere mai soddisfatti di quello che abbiamo, vogliamo e ci aspettiamo sempre di più. Si tratta di una fame insaziabile. Paradossalmente, l’avidità nasce proprio dalla carenza di egoismo. Gli avidi perdono coscienza di sé. La dipendenza è una forma di avidità, perché dà loro piacere, consentendo di fuggire dall’ansia, dalla sofferenza, da se stessi. Un futile tentativo di riempire un vuoto spirituale ed emotivo e di guarire, almeno in parte, una ferita psicologica sempre aperta. Questi comportamenti auto-frustranti sono radicati in bisogni infantili non soddisfatti, che diventano traumi da adulti.

La mancanza di piaceri ed egoismo da bambini si trasforma in un eccesso di desideri materiali da adulti, nella vana speranza di ricompensarsi di quello che è venuto a mancare da piccoli. Diamond spiega che esiste un modo equilibrato di essere egoisti: sperimentare una forma di egoismo spirituale. Imparare ad ascoltarsi ed a soddisfare i desideri utilizzando la razionalità.

L’avidità è una forma di dipendenza che può, paradossalmente, limitare la nostra libertà personale, costringendoci a vivere in funzione del soddisfacimento dei desideri e senza peraltro essere mai soddisfatti e felici. Imparare a dirsi di no è fondamentale per scovare quello che ci manca davvero e guarire dai desideri infantili insoddisfatti, coccolando l’anima con emozioni positive veicolate non dal possesso di oggetti bensì da amicizia, solidarietà, altruismo, nuove forme di egoismo in cui è compresa la felicità degli altri.

Foto | Wikimedia Commons

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