Psicologia dell’amante

Perché si diventa l’amante? Qual è il vantaggio di essere l’altra? Perché ci si accontenta di relazioni a metà? Decidere di essere l’amante è una scelta che il più delle volte non si fa consapevolmente, capita di ritrovarsi in una situazione ambigua, di lasciarsi travolgere dalla passione e quindi di restare imbrigliati in situazioni dai margini poco chiari. C’è chi si ritrova a fare l’amante quasi per caso, chi si infila sempre in situazioni del genere e chi invece ama alla follia il ruolo dell’amante. Cosa si cela dietro la psicologia dell’amante? Perché succede?

Il tradimento è un problema abbastanza diffuso con cui molto spesso ci ritroviamo a fare i conti, c’è chi riesce a gestire il fatto che il proprio compagno abbia un amante e chi riesce a sentirsi bene nel ruolo dell’amante, quello che non dobbiamo mai dimenticare è che, al di la del giusto e del sbagliato, ognuno di noi può ritrovarsi dall’una e dall’altra parte quasi senza rendersene conto.

La psicologia dell’amante è un argomento complesso che va affrontato e compreso mettendo un po’ le distanze dalla propria vita e cercando solo di analizzare la situazione da un punto di vista oggettivo. Fare l’amante è volere/accontentarsi un rapporto a metà, essere l’altra porta comunque a tanti compromessi, a volte si accetta tutto per “troppo amore”, altre per stupidità, molto spesso perché alla fine nel ruolo di amante ci si sta comode, si ha un rapporto a metà, si riceve meno ma si da meno… e non tutti vogliono sempre fondere la propria vita con un‘altra persona o impegnarsi in una relazione.

Il problema del fare l’amante è che spesso ci ritroviamo a fare delle cose perché nella nostra testa le riteniamo giuste o normali, in fondo amiamo nel modo in cui abbiamo imparato ad amare da piccoli.

Foto | da Flickr di hypotekyfidler

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