Psicologia, cos’è l’agalmatofilia?

Avete mai sentito parlare di 'agalmatofilia'? Come la sindrome di Stendhal, ovvero la sensazione di tachicardia, allucinazioni, capogiro ed emozione che possono cogliere determinate persone che si trovano di fronte ad un’opera d’arte, anche l’agalmatofilia è un problema abbastanza raro, almeno oggi. In sostanza stiamo parlando di una parafilia che comporta l’attrazione sessuale da parte di un soggetto nei confronti delle statue o dei manichini. Al giorno d’oggi tale condizione potrebbe tradursi anche nell’attrazione sessuale nei confronti delle bambole. Nonostante sia oggi una condizione molto rara, va detto che in passato si trattava invece di una condizione più comune.

L’agalmatofilia è conosciuta anche con i nomi di “pigmalionismo” o “galateismo”, nomi usati in onore della leggenda che riguarda l'amore fra lo scultore Pigmalione e la statua di Galatea. Inoltre, fra i resoconti storici ricordiamo anche quello di Clisippo, il quale era appunto finito nei guai per “essersi intrattenuto” con la statua di una dea nel tempio di Samo.

Tale condizione fu descritta per la prima volta nel lontano 1877, in uno studio dal titolo “Psychopathia Sexualis” (uno dei primi ad occuparsi delle patologie sessuali), scritto da Richard von Krafft-Ebbing.

In questo studio, il dottor von Krafft-Ebbing narrava appunto la bizzarra storia che riguardava un giardiniere, il quale si era innamorato della Venere di Milo, ed aveva cercato di avere un rapporto sessuale con essa. Insomma, a quanto sembra l’attrazione sessuale nei confronti delle statue, manichini ed oggetti di questo tipo, era più diffusa di quanto immaginassimo nel passato!

    Non dimenticate di scaricare la Blogo App, per essere sempre aggiornati sui nostri contenuti. E’ disponibile su App Store e su Google Play ed è gratuita.

via | Doctissimo.it, Sanihelp.it

<!-- skip stripping tags -->

© Foto Getty Images - Tutti i diritti riservati

Open all references in tabs: [1 - 5]

Leave a Reply