PSICOLOGIA: COSA BUTTARE A CAPODANNO









  1. Autocommiserazione
    Chi si piange addosso non ottiene nessun risultato, a parte non
    riuscirsi a godere i momenti piacevoli della vita.
  2. Il senso di colpa
    Alcune persone si portano dietro il senso di colpa per tutti i
    mali del mondo. È un atteggiamento poco produttivo, perché anziché
    servire da stimolo, serve da blocco.
  3. Il senso del “dovere”
    L'unica persona verso cui siamo responsabili, è Dio. A tutti gli
    altri non “dobbiamo” niente. Il verbo dovere va cancellato.
  4. La paura della solitudine
     PSICOLOGIA: COSA BUTTARE A CAPODANNO

    La solitudine non è una nemica, ma una compagna. Aiuta la
    meditazione e favorisce il capire se stessi. Non c'è motivo di aver
    paura di qualcosa che può solo farci bene.
  5. La paura di cambiare
    Il cambiamento deve essere una costante. Non va evitato, ma
    accettato.
  6. La mania del controllo
    Le persone e gli eventi devono seguire il loro corso naturale.
    Non si può avere il controllo su tutto. Non è normale.
  7. La paura di soffrire per amore
    Chi ama è felice, non soffre. La sofferenza non è legata al
    vero amore, ma solo al possesso, alla dipendenza psicologica, ai
    rapporti manipolatori e pianificati. L'amore non si possiede e
  8. L’ossessione per l'opinione altrui
    L'opinione altrui non è indispensabile per vivere. E non esiste
    nessuno che piace a tutti. Tanto vale seguire i propri principi
    senza condizionamenti, tanto il risultato non cambia: a qualcuno
    piacerai e a qualcuno no.
  9. I paragoni
    I paragoni sono sempre distruttivi. Nessuno è migliore o
    peggiore di un altro. Si è solo diversi. Potete paragonare
    l'importanza di un braccio a quello della gamba? Eppure entrambi
    servono al corpo per motivi diversi.
  10. La perfezione
    Rassegnati, sei imperfetto anche tu. Sbagli e commetti errori di
    giudizio. Ma vai bene così.
  11. Rabbia, invidia, odio
    L'essere umano è fatto per vivere in pace. Anche la Bibbia
    definisce questi sentimenti “marciume alle ossa”. Alla fine
    fanno più male a chi li prova, che a chi li subisce.


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