Psicologia col botto: in mille al test d’ingresso

Cesena, 29 maggio 2014 - Quattro porte chiuse davanti alle quali si ammassano le aspirazioni di un migliaio di ragazzi. Quando mancano venti minuti alle dieci, la zona di piazzale Aldo Moro sulla quale si affaccia il grande edificio che ospita il dipartimento universitario di Psicologia è un brulicare di persone, di zainetti e di fogli per appunti. A un mese dall’esame di maturità, un test a crocette da ultimare in settanta minuti di tempo decreterà i nomi dei 290 studenti che a settembre saranno ammessi all’università.

La maggior parte dei pretendenti ha passaporto romagnolo, anche se gli aspiranti psicologi fuori sede sono tanti. Tra loro c’è Caterina Lachioiu, arrivata da Reggio Calabria accompagnata dalla mamma: «Non dormo da tre notti! Ho investito molto in questa opportunità. Non conosco direttamente l’università cesenate, ma ho colto al volo la possibilità di poter effettuare il test d’ammissione prima dell’estate». La mamma di Caterina non è l’unica adulta a presidiare la zona: dietro la massa di ragazzi che si accalcano verso l’ingresso, c’è un babbo coi capelli brizzolati. Regge uno zainetto giallo e se non guardasse controsole, i suoi occhi sembrerebbero quasi lucidi: «Ho accompagnato mia figlia – sorride -. Veniamo da fuori e durante il viaggio abbiamo parlato poco. Ho visto l’impegno e le rinunce di questi mesi, so che ha fatto tutto quello che poteva. Quando siamo scesi dall’auto l’ho abbracciata e le ho sussurrato qualcosa di simile a un ‘Dai, che ce la fai’. Spero di vederla tornare con lo stesso sorriso col quale mi ha salutato».

Le porte si aprono e gli studenti entrano a gruppi, documenti alla mano, pronti a farsi registrare. In fila la tensione sale. Elisa Santini viene da Faenza e ha la coscienza pulita: «Ho studiato e ho fatto del mio meglio. La data non è delle migliori, ma non ho rimpianti. Conosco bene questa facoltà, ho pure partecipato agli open day». Valentina Rinaldini è di Forlimpopoli e per un giorno è stata lontano dai banchi del liceo classico: «La selezione sarà tanta, ho cercato di prepararmi, ma senza sacrificare la scuola: non voglio buttare il frutto di anni di impegno per una prova d’ammissione dall’esito estremamente incerto». Oltre l’ingresso del dipartimento, la ravennate Carlotta Perlini intravede il suo futuro: «Da quello che succederà oggi può arrivare la svolta della mia vita. Sogno di diventare una psicologa sportiva». Anche Martina Mularoni di Rimini ha le idee chiare: «Mi piacerebbe occuparmi di criminologia e in questa università credo di poter ricevere le giuste basi. E’ una settimana che vado avanti a caffè: voglio essere ammessa!».

Si comincia all’unisono. Mille penne che toccano il foglio contemporaneamente. Un’ora e dieci minuti per rispondere a domande di logica, di cultura generale e di un ampio spettro di materie approfondite a scuola. Denise Di Benedetto è di Reggio Emilia ed è stata scortata da un’amica: «Non ho studiato niente di particolare – ammette – contando sulla formazione ricevuta nei miei cinque anni di liceo. Ho fatto bene? Vedremo, in ogni caso è pronto il piano b, e probabilmente anche quello c: ho tanti interessi e molte passioni: poter scegliere è bello, a patto di riuscire a scegliere la cosa giusta…». Finiti gli esami gli studenti sciamano per la città. Gli iscritti erano oltre mille e cento. I partecipanti forse un migliaio (l’affluenza esatta ieri non era disponibile), in ogni caso continua il successo del corso di Psicologia cesenate.

Luca Ravaglia

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