Psicologia Cambiamento: dal Gattopardo a Change, un’aspirazione …

Psicologia Cambiamento. “Plus ça change, plus c'est la même chose” dicono i francesi. Ovvero “Più le cose cambiano e più restano le stesse”. Si tratta di una battuta umoristica dello scrittore Aiphonse Karr divenuta proverbiale, usata a commento dell'effettivo immobilismo - a dispetto delle apparenze contrarie - di molte situazioni e della medesima natura dell'essere umano. Tale espressione indica un paradosso evidenziando la relazione esistente fra persistenza e cambiamento: un unicum continuum.

Psicologia Persistenza. Il mutamento implica il concetto di durevolezza, poiché viene affrontato al fine d'ottenere risultati da rendere stabili. D'altronde quanto è persistente si rivela per natura soggetto a trasformazioni, onde adattarsi alle variazioni contingenti con l'obbiettivo di conservare una condizione. Sia il cambiamento che la persistenza ci spaventano: il primo mandandoci incontro ad un ignoto magari emozionante ma temerario, la seconda facendoci avvertire l'inesorabile scorrere del tempo e ponendosi quale sicurezza uggiosa e colma di difetti.

Il Gattopardo. Un'altra espressione celebre parla emblematicamente di cambiamento e persistenza: “Se vogliamo che tutto rimanga com'è, bisogna che tutto cambi”. È la famosa frase pronunciata nel romanzo storico “Il Gattopardo” di Giuseppe Tomasi di Lampedusa da Tancredi Falconieri, personaggio che ha capito come il mutamento della Sicilia negli anni in cui sono ambientate le vicende narrate nel libro (1860-1910) sia solo fittizio. Facendo riferimento al volume del 1974 “Change: sulla formazione e la soluzione dei problemi” questo ci appare un cambiamento di primo tipo.

Change: sulla formazione e la soluzione dei problemi. Infatti, nel classico della psicologia firmato da Paul Watzlawick, insieme a Richard Fisch e John Weakland, si parla di cambiamento di primo tipo intendendo il mutamento che risponde all'illusione di aver creato qualcosa di nuovo all'interno di un sistema il quale, in verità, rimane immutato. Ciò avviene perché non si è agito sulle interazioni del contesto. Affinché si realizzi un cambiamento reale, ossia di secondo tipo, bisogna valutare il funzionamento degli assetti da trasformare ed ovviamente sapere come si desidererebbe che divenissero.

Sogno ad occhi aperti. Per avere il vero cambiamento è necessario un passaggio di livello. “Change” spiega simile concetto con l'esempio del sognatore che, tutto preso dalla propria attività onirica, è bloccato nel sonno. Ma, se si risveglia, ha modo d'agire! Dunque per cambiare occorre tenere gli occhi bene aperti. Solo così l'aspirazione ad un cambiamento che porti fruttuosi e stabili miglioramenti nella vita di ciascuno di noi può trovare concretezza. Ed allora stiamo vigili: buona veglia a tutti!

Leave a Reply