Psicologia | Ansia | Cervello | Alzheimer

Dover fare i conti con l'ansia, quando si è già affetti da una condizione di Deterioramento cognitivo lieve (MCI), potrebbe aumentare il rischio che tale condizione possa evolvere in breve tempo nella malattia di Alzheimer. A renderlo noto sarebbero stati i membri del Rotman Research Institute, I quali hanno condotto uno studio pubblicato sulla rivista The American Journal of Geriatric Psychiatry. Secondo quanto emerso da tale studio, sembrerebbe effettivamente che il rischio che un lieve decadimento possa portare alla malattia di Alzheimer nel giro di pochi anni sia notevolmente più alto per chi soffre di ansia, indipendentemente dalla presenza o meno di depressione, condizione che rappresenta un altro marker di rischio.

Per i pazienti affetti da MCI con ansia lieve, moderata o grave, il rischio di Alzheimer sarebbe infatti aumentato rispettivamente del 33%, del 78% e del 135%. Inoltre, i pazienti che per tutta la durata del follow up avevano riferito di avvertire sintomi di ansia, avrebbero avuto maggiori tassi di atrofia nelle regioni mediali del lobo temporale del cervello, regioni essenziali per la creazione di ricordi, implicate nello sviluppo della malattia di Alzheimer.

Per giungere a tali conclusioni, gli esperti hanno esaminato i dati raccolti dall’Alzheimer's Disease Neuroimaging Initiative, e nello specifico hanno seguito un campione di 376 adulti, di età compresa tra i 55 e i 91 anni, per un periodo di tre anni. Ogni sei mesi i ricercatori hanno esaminato sintomi come ansia, depressione, cambiamenti strutturali cognitivi e cerebrali.

Dalle analisi sarebbe emerso che tutti gli adulti avevano avuto ricevuto una diagnosi clinica di MCI amnesico, e un punteggio basso per quanto concerne la scala di valutazione della depressione. Il che indica che i sintomi di ansia non facevano parte della depressione clinica, ma che comunque aumentavano il rischio di insorgenza di Alzheimer.

"I nostri risultati suggeriscono che i medici dovrebbero eseguire degli screening regolari per l'ansia nelle persone che hanno problemi di memoria - spiega Linda Mah, autrice principale dello studio - Anche se non sono state pubblicate prove per dimostrare che i trattamenti farmacologici utilizzati in psichiatria per il trattamento dell'ansia potrebbero essere utili nella gestione dei sintomi di ansia nelle persone con decadimento cognitivo lieve o nel ridurre il rischio di conversione al morbo di Alzheimer, pensiamo che dei programmi di gestione dello stress dovrebbero essere raccomandati. In particolare, vi sono state delle ricerche basate sulla mindfulness per la riduzione e la gestione dello stress, per il trattamento di ansia e di altri sintomi psichiatrici nella malattia di Alzheimer, e ciò è promettente”.

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via | Eurekalert.org

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