Progetto "I love my selfie", autoscatti da inviare fino al 20 novembre

Prosegue serrata l’attività di raccolta e selezione degli autoscatti  promossa dall’associazione culturale Puntila all’interno del progetto “I love my selfie”. L’iniziativa, attraverso un’indagine socio-psicologica e il teatro, vuole inquadrare meglio il fenomeno globale simbolo del modo di vivere attuale.

Sino ad ora sono più di 120 i selfie inviati da tutto il mondo all’indirizzo mail di Puntila (puntilassociaizone@gmail.com) per raccontare che cosa si vuole comunicare con quell’immagine e scoprire, tramite lo studio i cui risultati saranno diffusi a dicembre in un incontro in programma nella Sala Settecentesca della Biblioteca universitaria di Cagliari, che cosa invece quell’immagine comunica davvero. Chi volesse partecipare all’indagine ha tempo ancora sino a giovedì 20 novembre per inviare il proprio autoscatto, specificando nella mail che cosa ha intenzione di dire al mondo con quella foto.

I selfie inviati sino ad ora provengono non solo da cittadini sardi, ma anche da persone residenti nel resto d’Italia e in giro per il mondo. In quest’ultimo caso, autori delle foto sono per la maggior parte sardi che vivono fuori, soprattutto in paesi come Inghilterra, Franciae perfino Stati Uniti.

Il progetto “I love my selfie”  nasce dalla collaborazione tra la neonata associazione culturale Puntila, e alcuni professori della facoltà di Psicologia dell’Università di Cagliari: l’obiettivo è fare un confronto tra il Sé che si vuole mostrare e quello che si mostra realmente.

L’iniziativa è partita il 24 ottobre, quando sulla pagina Facebook “Puntila Arte”, è stata lanciata la grande campagna che invita i fruitori dei social network (senza distinzione di età, sesso o provenienza geografica) a inviare un proprio autoscatto specificando quali motivazioni li hanno spinti a realizzarlo e che cosa pensano quella foto comunichi agli altri. Una selezione delle foto raccolte entro il 20 novembre, insieme ai dati che le accompagnano, saranno analizzate con un approccio di tipo qualitativo con l’obiettivo di creare una mappatura delle categorie salienti.

I dati così ottenuti saranno il prezioso materiale da cui partire per lo studio sociologico, che sarà presentato nelle seconda fase del progetto, a dicembre, durante la tavola rotonda  “I love my selfie. Autostima e autoscatto nel nuovo millennio tra sociologia e teatro”. All’evento , condotto da Renato Troffa, dottore di ricerca in Psicologia, ricercatore e docente di Psicologia sociale, Psicologia della Comunicazione e Psicologia ambientale, nonché supervisore dell’intera iniziativa, parteciperà Cristina Cabras, docente di Psicologia sociale, del Lavoro e delle organizzazioni, che oltre a intervenire sul  tema si confronterà con il pubblico. Si tratterà dell’occasione in cui i partecipanti in sala potranno dire  che cosa comunicano loro i selfie selezionati.

La giornata di studio sarà arricchita dalle “Confessioni di selfiste in cerca di…”, brevi monologhi scritti dall’attrice Elena Pau, e interpretati dalla stessa Pau e dall’attriceRita Atzeri, che con verve ironica restituiscono  lo spirito di una tendenza che se da un lato può apparire puro narcisismo, dall’altro sembra quasi dire che l’affermazione e la sicurezza del Sé dipendano dai “like” ricevuti.

Con il progetto “I love my selfie- Autostima e autoscatto nel nuovo millennio tra sociologia e teatro” , l’associazione culturale Puntila si presenta per la prima volta al pubblico. Nata pochi mesi fa dalla determinazione dell’attrice teatrale Elena Pau, dell’organizzatrice Carla Sulis e della grafica Barbara Ardau, Puntila vuole occuparsi di cultura, arte e spettacolo dal vivo a 360 gradi, in particolar modo in ambiti non convenzionali e nel campo del sociale. In questo senso il nome non è un caso: è preso in prestito dal celebre personaggio creato dal grande drammaturgo Bertolt Brecht che segnò un cambiamento epocale nel modo di fare e scrivere teatro, puntando su un impegno politico e sulla capacità critica del pubblico abituato a subire passivamente da una platea convenzionale una sterile fascinazione, senza invece essere messo nelle condizioni di prendere una posizione.

Informazioni: www.puntila.it oppure puntilassociazione@gmail.com.

 

 

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