Povertà in aumento un call center offre assistenza



di Loris Zamparelli


PESCARA. Un call center che possa dare sostegno ai nuovi poveri, quelle persone che improvvisamente, a causa della crisi economica e della perdita del posto di lavoro, sono scivolate dalla cosiddetta classe media a una condizione di insostenibilità economica, attraverso un’assistenza psicologica, giuridica e fiscale.

Questa l’idea proposta dall’associazione Nuova Psicologia, diretta dallo psicoterapeuta Carlo Di Berardino, che ha chiesto al Comune la disponibilità (che sembra abbia già dato) di un locale all’interno del quale possano rispondere a chi ha necessità, tre tipologie di professionisti: un avvocato, un commercialista e uno psicologo. Se non ci saranno intoppi la struttura potrebbe partire subito dopo l’estate, a settembre. Nuova Psicologia, operante in città dal 1992, ha studiato il fenomeno della povertà soggettiva, ossia quella prodotta dalla defuturizzazione determinata dalla mancanza di prospettive per il futuro e il conseguente abbassamento della qualità della vita.

«Il nostro obiettivo», spiega Di Berardino, «è quello di fare un’azione preventiva sul disagio per risolvere, prima che sia troppo tardi, le problematiche connesse alla nuova povertà, soprattutto in un momento di grande precarietà come quello attuale. Vorremmo evitare che le persone soccombano vista la pressione fiscale sempre più alta».

Da settembre partirà anche un’azione di sensibilizzazione nei quartieri per far conoscere l’attivazione del call center. La fascia di età maggiormente interessata è quella dei giovani, come conferma Di Berardino: «In questa fascia di età, l’azione psicoeducativa è finalizzata a sostenere la persona in un cambiamento degli stili di vita. Il raggiungimento dello stato di benessere nell'attuale società è basato esclusivamente sull’acquisizione e sul possesso di beni materiali, perciò sulla sola produttività economica che ha esasperato il consumismo. Si vive in una società dominata da una economia della crescita fine a se stessa, nella quale non si cresce per soddisfare i bisogni reali e riconosciuti, ma quelli indotti dall’incessante richiesta di produzione che esaspera il consumo, creando così una sorta di tossicodipendenza della crescita. Ne consegue una condizione di perenne insoddisfazione determinata dall’incapacità di trovare fonti di gratificazione meno esteriorizzanti».

A presentare l’iniziativa, in un incontro dibattito nella sala consigliare della Provincia, c’erano anche don Marco Pagnello, delegato regionale della Caritas Abruzzo, l’avvocato Marco Sforza dell’università di Teramo, Roberto Costantini, presidente dell'ordine dei commercialisti della provincia di Chieti e Annalisa Cigliano, psicologa rappresentante dell’associazione Nuova Psicologia. Come confermano i dati della Caritas, è sempre maggiore la fascia di popolazione che sta scivolando verso una condizione di povertà.

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