PESCARA: CONTRO SCUOLE FATISCENTI E LIBRI CARI, ONLINE …

PESCARA - L’assessore comunale di Pescara all’Istruzione Giovanni Di Iacovo, all’indomani della riapertura delle scuole, aveva preannunciato importanti novità che pian piano stanno prendendo forma all’interno di un sistema che, però, versa ancora in condizioni difficili.

Molte strutture hanno ancora bisogno di manutenzione, altre invece necessitano di una migliore organizzazione ma di sicuro, a poco meno di un mese dall’inizio dell’anno scolastico, si può già tracciare un bilancio approssimativo della situazione.

Il problema caro-libri in vetta alle classifiche per i genitori: i libri di testo hanno raggiunto prezzi eccessivi e sono pochi quelli che anche quest’anno le famiglie sono riuscite a trovare presso i mercatini dei libri usati.

''Ogni anno vengono modificati i testi, come se i programmi scolastici subissero chissà quali cambiamenti e a volte mi chiedo come mai i professori non tentino di andare incontro alle famiglie snellendo le spese, visto che ci troviamo in questa situazione di profondo disagio”, dichiara Cinzia Balducci, mamma di Antonia, studentessa del Liceo ‘Misticoni’ di Pescara.

''Il problema, in realtà - aggiunge - è anche un altro e da genitore non posso fare a meno di riflettere: con la scuola stiamo davvero investendo sul futuro dei nostri figli? Io lo spero, ma ogni giorno cerco di convincere mia figlia del fatto che la scuola è importante perché a 16 anni sono abbastanza grandi per capire che non li attende un futuro facile''.

Segnali positivi, invece, dall’Istituto tecnico industriale ‘Alessandro Volta’, dove registri e giustificazioni cartacee sono stati completamente aboliti, e anche avere un colloquio con il professore diventa più facile grazie alla gestione completamente online del profilo degli studenti.

Investire sul wi-fi per questa scuola è stato molto importante e non è un caso, come spiega il professore e vice preside dell’istituto, Diego De Leonardis, se le iscrizioni sono aumentate di circa 400 studenti negli ultimi due anni: si tratta di una scuola tecnica con una maggiore trasparenza offerta ai genitori e una diminuzione delle spese, visto che i professori inseriscono in rete le loro dispense come se ci si trovasse di fronte a un corso universitario.

In più gli studenti possono comunicare la loro assenza o giustificarsi in qualsiasi momento, lo stesso vale per i professori.

''Ogni classe ha un tablet che ha sostituito il registro - racconta il docente - e per far ciò abbiamo dotato la scuola di una rete wireless; per noi è stato possibile anche a costi ridotti, circa 4.000 euro, perché abbiamo capacità interne e molti laboratori, dunque, presi i pezzi, sono stati installati e configurati soprattutto perché, avendo le specializzazioni di informatica ed elettronica, vantiamo ragazzi che sono capaci di gestire bene questo nuovo orientamento online. Ogni cosa che viene registrata sul tablet può essere monitorata da casa, persino gli argomenti che lo studente deve studiare''.

''Certo è che - conclude De Leonardis - la scuola è fatta di tante altre realtà di cui tenere conto come lo stato ottimale delle strutture, una buona istruzione e chiaramente fare gli stessi ragazzi che crescono e vanno compresi''.

Comprendere i ragazzi, appunto, tra le tante problematiche che oggi la scuola deve affrontare: oltre alla mancanza di soldi, strutture fatiscenti e non più adatte, c’è anche la componente psicologica, come spiega il professor Bruno Marien, insegnante presso il liceo Classico ‘D’Annunzio’ di Pescara e lo Scientifico ‘Galileo Galilei’.

''Oggi possono esserci molti problemi legati al mondo della scuola: logistici, per esempio, alcune sedi non sono facilmente raggiungibili dai ragazzi, altre non sono particolarmente consone. Ma quello che da docente osservo ogni giorno è che i ragazzi hanno difficoltà perché sono le loro famiglie ad esserlo''.

Anche i giovanissimi dunque, forse in tempi troppo prematuri, devono fare i conti con la crisi e quel fallimento globale che il mondo del lavoro sta attraversando: questo aspetto non solo non li invoglia ad apprendere, ma li costringere a mettere in discussione l’idea di diventare qualcuno.

''I ragazzi studiano perché devono farlo e sono veramente pochi, forse due o tre che hanno le idee chiare. Più che alle problematiche come docente preferisco guardare alle opportunità: gli insegnanti possono catturare la loro attenzione e come adulti li dobbiamo accompagnare al meglio in questo percorso - conclude Marien - perché li vediamo entrare a scuola che sono piccini ma poi crescono e dobbiamo cercare di capirli soprattutto nei momenti di difficoltà che oggi sono tanti''.

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