Per amministrare un condominio bisogna essere dei santi?

Avete la stoffa per fare gli amministratori di un mega-condominio metropolitano? Chiedetelo a Marco.

Lo abbiamo chiesto a Marco Lombardozzi, nato a Firenze nel 1961 ed oramai da molti anni a Bolzano dove svolge il ruolo di amministratore di condomini essendo inserito nella associazione nazionale di categoria Anaci. 

Sicuramente no- è la risposta- ma occorre un’attenzione alla singola persona del palazzo pari a quella che hanno i professori verso i loro studenti in classe. Ci vuole la vocazione, insomma, unita ad una professionalità manageriale, che porta a scegliere il meglio al minor prezzo possibile, seguendo l’esempio del pater familias.

Esiste un libro che insegni a fare l’amministratore?

L'ho scritto con Andrea Finizio, un altro amministratore Anaci, e con lo psicologo Giuseppe D’Amore. E’ intitolato “Amministratore di condominio. Professionista del terzo millennio. Marketing negoziazione psicologia", edito addirittura da Eur (Edizioni Universitarie Romane), a testimonianza dell’importanza dell’argomento trattato; è uscito nel 2010 e adesso è in ristampa perché esaurito.

Ci riassume il suo libro?

Questo libro aiuta anche a capire se avete la stoffa e la resistenza umana per svolgere questo lavoro di mediazione e di responsabilità sociale. Un saggio di alto livello ma comprensibilissimo a tutti, scritto da tre amministratori di condominio per l’aggiornamento dei loro colleghi e utilissimo anche per chiunque si trovi a vivere in un condominio. Una categoria di professionisti non a tutti simpatica (come i professori), che questo libro rivela in tutte le sue sfaccettature. Infatti non basta essere onesti e conoscere le leggi e l’edilizia, ma occorrono anche autorevolezza e studio della psicologia per mediare i conflitti che possono sorgere fra condòmini.

Quale è la parte più difficile del suo lavoro?

Riconciliare i litiganti secondo giustizia, spiegare le leggi nella loro applicazione più adatta all’edificio in questione: questo e molto altro che potrete leggere in questo libro rende gli amministratori i “nuovi confessori” del terzo millennio, tenuti al segreto professionale come gli avvocati, i preti, i giornalisti. Loro devono essere preparati perciò in psicologia, architettura, giurisprudenza, economia e commercio. Il che fa sì che questa professione debba essere svolta oggi in modo esclusivo e totalizzante, una scelta di vita insomma.

Se avesse la bacchetta magica, cosa vorrebbe per svolgere meglio la sua professione?

La speranza è che il volume venga letto anche dai politici che emanano le leggi affinché si crei finalmente un Ordine professionale degli amministratori che formi le nuove leve, sostenga gli iscritti all’albo in tutte le parti d’Italia, ammonisca eventuali "pecore nere". Sviluppando una professionalità che, come afferma Lombardozzi, ti porti a vedere nella terrifica assemblea condominiale non una caotica Babele, bensì un“cliente multipersonale”.

 

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