Operatori sanitari, uno su quattro si dice è stressato – Online

Niente più dipendenti stressati e demotivati, luoghi di lavoro più salubri dove passare otto e più ore senza cadere in depressione e aziende capaci di “ascoltare” e dare una mano a risolvere i problemi che nascono fuori dall’ambiente lavorativo ma che finiscono poi per ricadere negativamente su presenze e produttività. Può sembrare un’utopia ma in un pezzo della  sanità pubblica italiana è già realtà. A rilevarlo è una ricerca sul “Benessere organizzativo”, condotta dalla Fiaso (la Federazione Italiana di Asl e Ospedali) su 15 Aziende sanitarie. Partendo da una check list di eventi sentinella del rischio di “stress da lavoro correlato”, si è rilevato il livello di benessere psicologico all’interno del campione significativo delle aziende che hanno attuato una serie di  azioni mirate a migliorare l’ambiente lavorativo sotto tutti gli aspetti: da quello motivazionale  a quello ambientale e di attenzione ai problemi sociali e familiari che non sempre riescono a restare fuori della porta quando si è in azienda. I risultati sono stati sorprendenti: far lavorare i propri dipendenti in un clima più favorevole paga, visto che il numero di “stressati” in ufficio o in corsia è sceso ben al di sotto della soglia del 10%, contro un buon 25% di partenza. Dopo l’avvio dei programmi di riduzione dei fattori di stress lavoro nelle 15 Aziende campione, oltre il 77% dei dipendenti, dai medici agli infermieri, dai tecnici agli impiegati, ha dichiarato di stare benissimo da un punto di vista psicologico. La lotta allo stress da lavoro ha contribuito a migliorare sensibilmente la produttività e ad abbattere le giornate di assenza per malattia. Tant’è che la Asl Cuneo 2 e la Asl 12 della Versilia, quest’ultima capofila del progetto, risultano essere anche in cima alla classifica delle aziende con minor tasso di assenteismo. A influire positivamente  su questi risultati sono 13 variabili sul benessere organizzativo, rilevate dalla Ricerca Fiaso. In una scala da 1 a 5 ad influenzare maggiormente lo stato di benessere sul lavoro sono valori legati alle capacità lavorative, come l’abilità (4,26) e la capacità di utilizzare risorse proprie (4,20). Ma, particolarmente rilevanti sono anche la chiarezza del proprio ruolo (3,95), la capacità di fronteggiare gli eventi avversi (3,92) e la soddisfazione lavorativa in genere (3,92). Da non trascurare anche le altre variabili. In  primis la condivisione degli obiettivi (3,77) e il senso di comunità (3,58).
Fattori di disagio lavorativo sono invece prima di tutto gli eccessivi carichi di lavoro (3,57), frutto della politica di quasi permanente blocco delle assunzioni in sanità, che inizia a lasciare il segno. Seguono poi i problemi di conciliazione lavoro-famiglia e i trasferimenti o cambi di mansione. «In sanità – ha spiegato Giancarlo Sassoli, Coordinatore della ricerca e Direttore Generale della Asl 12 della Versilia – è comprovato che i sanitari sottoposti a maggior stress da lavoro commettono anche più errori clinici. Nelle aziende coinvolte dall’indagine – ha proseguito- si sono creati nelle strutture di psicologia gruppi di ascolto per i dipendenti in difficoltà lavorativa, offrendo loro un sostegno che non è solo psicologico». Molte e variegate sono le iniziative messe in atto per migliorare lo stato di benessere dei lavoratori delle 15 aziende sanitarie coinvolte nella sperimentazione. Si va dall’assistenza allo studio e nel tempo libero per i figli dei dipendenti della Asl di Bergamo, ai percorsi “per fare squadra” della Asl Cuneo2; dalle giornate dedicate all’inserimento dei neo-assunti nella Asl di Firenze, al training per l’inserimento degli infermieri nella prima linea delle aree di emergenza/urgenza. Che il gioco valga la candela lo dicono i numeri dei numerosi studi in materia. Secondo l’indagine della International Personal Management, pubblicata dal Financial Times, la “riorganizzazione del benessere aziendale” genera un miglioramento del 30% delle prestazioni individuali e l’allineamento del personale al 100% degli obiettivi.

Leave a Reply