Se credevamo di averli sfrattati, ci eravamo illusi. Duemila anni di Cristianesimo e quattro secoli di mentalità scientifica non sono bastati: gli dei dell’Olimpo sopravvivono nell’astrologia e nella psicologia, nel cinema e nella letteratura. Sono forse divinità in esilio, come le immaginava Heinrich Heine, o si sono trasformati in malattie, come voleva Carl Gustav Jung. Ma continuano a operare su di noi. Ci voleva però la penna dotta e garbata di Giorgio Ieranò, un grecista allenato al buon giornalismo, per accompagnarci lungo le pendici del monte Olympos, a riscoprire tra mito e gaia scienza «vizi, amori e virtù degli antichi dei». Da Zeus, impenitente sottaniere, agli inghippi di Eros e Afrodite; dal violento Ares ad Apollo, bello e crudele; dalla gelosissima Era a quel briccone divino di Ermes… Irriverente e appassionato, il teatro olimpico di Ieranò, inscena divinamente una «soap opera» di numi fatti davvero a nostra immagine e somiglianza.
Olympos di Giorgio Ieranò
Sonzogno, 254 pagine, 16 euro
GIUDIZIO: OTTIMO
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