L'ateneo è stato condannato ad ammettere con riserva il ricorrente e a pagare 700 euro di spese
L’accesso alla facoltà di Psicologia non può essere effettuato con test a numero chiuso. Lo ha stabilito il Tar del Lazio, con un’ordinanza cautelare, accogliendo il ricorso di uno studente non entrato in graduatoria a Catania. L’ateneo è stato condannato ad ammettere con riserva il ricorrente e a pagare 700 euro di spese. La trattazione, nel merito, del ricorso è stata fissata per l’8 ottobre 2015, in udienza pubblica. I giudici della terza sezione bis del Tar Lazio evidenziano l’esistenza del ‘fumus’ sulla “violazione e falsa applicazione della legge” che prevede come “il numero chiuso costituisce una eccezione rispetto alle ordinarie modalità di accesso alle università e non può essere istituito al di fuori delle ipotesi espressamente previste dalla legge”.
Secondo l’Udu l’ordinanza certifica che “al di fuori dei soli corsi di Medicina, Odontoiatria e Protesi Dentaria e Veterinaria il numero chiuso è completamente illegittimo”. “E’ una vittoria che attendevamo da tempo – afferma Giuseppe Campisi, coordinatore Udu Catania – visto che da quando tutti i corsi di laurea triennali e magistrali sono a numero chiuso, il nostro ateneo ha perso diverse migliaia di immatricolati, che preferiscono iscriversi in altre università in cui i corsi sono ancora ad accesso libero”. Campisi auspica che “questo sia il primo passo per ripristinare il libero accesso a tutti i corsi di laurea”.
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