VERONA - Un altro collega fotografo ! Mi piace molto il tuo lavoro, riesci in quello che per me è quasi un'utopia, essere essenziale e pulito, lontano dal mio barocco. Davanti ad una tua opera sembre di essere di fronte ad un frame di un film di Wim Wenders.
Non c'è complimento migliore.
Mi racconti la tua crescita artistica ?
Io nasco come pittore, ho cominciato studiando pittura in Accademia a Bari, poi mi sono avvicinato alla fotografia prima seguendo i corsi in Accademia con Gianni Gosdan, poi studiando la fotografia attraverso la psicologia della forma. Quando dipingevo facevo una pittura molto realistica, anche molto velata, ma partivo sempre dalla fotografia.
Quindi questo elemento è sempre stato presente ?
Si, prima scattavo le foto poi dipingevo facendo prevalentemente ritratti. Sentivo il mio lavoro molto più vicino alla fotografia che non alla pittura, per questo ho sostituito il mezzo pittorico con quello fotografico. La fotografia è fatta di istanti e psicologicamente è un mondo che vedo più vicino al mio modo di intendere l'arte.
Allora la tua è una fotografia psicologica ?
Assolutamente si, proprio come componente è fondamentale, c'è un legame con l'immagine. Chi ha difficoltà a relazionarsi con il mondo lo fa attraverso le immagini, per fare un esempio banale la pornografia è uno di questi casi, avere ciò che non si può avere, quindi da un punto di vista psicologico la fotografia è molto più vicina a noi che non la pittura. Gli aspetti principali che emergono dal mio interesse sulla fotografia abbracciano sia la vita e la morte, che la visione invece più legata agli amori, al ricordo di momenti piacevoli.
Dei tuoi lavori fai pezzi unici o più copie ?
Solitamente realizzo un'immagine grande in pezzo unico e più tirature piccole, direi circa una grande, tre medie e tre piccole.
Hai una Galleria che promuove e rappresenta i tuoi lavori ?
Attualmente una Galleria rumena, Iaga Gallery. Sarà a breve un rapporto di esclusiva, in Italia è molto complesso trovare una Galleria seria, ho fatto molta meno fatica a lavorare all'estero.
Nelle tue immagini qual'è il rapporto con lo spazio ?
Nel mio lavoro è fondamentale l'aspetto psicologico, i temi hanno a che fare o con le angosce interiori, le ansie, il mondo delle inquietudini anche sociali, c'è sempre uno stallo a livello comunicativo, cerco di mettere in risalto il fatto che oggi non c'è comunicazione. A livello sociale stiamo vivendo un momento in cui la comunicazione si è persa. Il bambino è l'elemento che a livello comunicativo più mi interessa, è il perno della famiglia e della società. Lo spazio esterno è spesso dismesso, con muffe, macchie, rotture, crepe, quasi una minaccia, un involucro sporco che tiene questi ragazzini, c'è sempre una condizione di ombra ma anche uno spiraglio di luce, una speranza. Vedendo le mie immagini sembrano quasi angosciose, io però le vedo più speranzose.
Anche la Metafisica di De Chirico è silente e angosciosa... Grazie Nicola, io chiudo sempre con il chiedere se c'è un oggetto, un elemento o un personaggio come ad esempio un quadro, una scultura, una fotografia o una qualunque opera d'arte, oppure un disco, una canzone, un libro, una poesia o un artista che non ti abbandona mai e che porti da sempre e per sempre nel tuo cuore. Esiste qualcosa del genere nella tua vita di artista ? Se fossi l'ultimo abitante della terra cosa terresti con te ? Un' opera da contemplare, un libro da leggere, una canzone da ascoltare o un personaggio con cui chiacchierare ?
Il Giardino delle Delizie di Bosch, la posso guardare un milione di volte e non mi stanca mai.