Napoli: storia psicologia italiana in documentario per 70 anni …

(Adnkronos) - "Durante il fascismo - racconta Marcello Cesa Bianchi, presidente emerito del Collegio dei docenti e dei ricercatori delle discipline psicologiche nella facolta' di Medicina dell'Universita' di Milano - la psicologia fu esautorata per ragioni filosofiche, politiche, accademiche (rimasero operative solo due cattedre), sia per iniziative nel campo sociale, educativo, lavorativo o giuridico. Erano gli anni in cui la disciplina era vista dai medici come il divertimento durante l'ora del te' e da li' si e' partiti per costruire un'idea della psicologia non come presupposto per la soluzione di tutti i problemi, ma come apporto a rivedere le situazioni patologiche della persona e ad affrontare i problemi essenziali come quello della nascita e della morte".

Pesava anche la presenza di "correnti di natura ideologica che ne hanno condizionato lo sviluppo - sottolinea Luciano Mecacci, docente di Psicologia generale all'Universita' di Firenze - la forte presenza del cattolicesimo, la filosofia idealista, il marxismo e il ruolo del partito comunista nell'organizzazione delle professioni nella seconda meta' del '900 e nella scrittura di alcune leggi, che avevano a monte una tradizione di condizionamenti politici e sociali". Dall'approvazione della legge del 1989 si arrivo' all'apertura dei corsi di laurea e all'istituzione della prima facolta' di Psicologia alla Sapienza di Roma, con l'importante contributo di Mario Bertini, che e' stato preside dal 1991 al 1994.

"Dall'idea della Psicoterapia come competenza esclusiva dei medici - ricorda - siamo arrivati al concetto di salute intesa non piu' come assenza di malattia, ma come stato di benessere psichico, biologico e sociale, come riconosciuto oggi anche dall'Oms". Tra gli esempi di applicazione pratica delle teorie psicologiche nel documentario si accenna alla ricerca collegata a molti istituti europei, realizzata in collaborazione con la Ceca e ancora attualissima. (segue)

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