Musica: un vero toccasana per spirito e corpo

Musica: un vero toccasana per spirito e corpo

Al via la 64esima edizione del Festival di Sanremo. Da stasera sul palco dell’Ariston si alterneranno grandi star nazionali ed internazionali ed in milioni di case italiane le prossime serate saranno all’insegna della buona musica. Un vero toccasana per lo spirito, come hanno confermato numerosi studi.

Uno dei più recenti è stato condotto da Daniel J. Levitin della McGill University che ha passato in rassegna 400 studi che avevano analizzato gli effetti della musica dal punto di vista neurochimico ed è giunto alla conclusione che la musica riduce i livelli di cortisolo, il ben noto ormone dello stress, e favorisce la produzione dell’ossitocina, l’ormone del benessere.

Indubbi i benefici dal punto di vista psicologico dunque, ma la revisione ha confermato anche che la musica favorisce un aumento degli anticorpi (sia dell’immunoglobulina A che delle cellule Natural killer) e quindi rafforza il sistema immunitario. Ascoltare musica, dunque, non può fare che bene sia alla salute che allo spirito, ma i benefici sono garantiti anche a chi produce musica.

Non è un caso che la musica sia una delle attività alle quali i bambini vengono introdotti sin da piccolissimi. Questo perché suonare uno strumento, cantare, fare musica insieme agli altri favorisce lo sviluppo di una precoce socializzazione ma, stando ad alcune ricerche, avrebbe anche effetti interessanti sulla salute, ad esempio sulle capacità logiche. Uno studio condotto dall’Università di San Francisco ha mostrato che suonare uno strumento porta ad un miglioramento delle abilità matematiche con un incremento dei punteggi ottenuti ai test addirittura del 40%.

Inoltre è dimostrato che suonare ha un effetto positivo nella riduzione dello stress, tant’è che la musica viene spesso utilizzata nelle terapie per l’autismo o la depressione.

Ma attenzione anche ai rischi dell’ascoltare e suonare. Molti musicisti soffrono di acufeni, cioè l’orecchio percepisce frequentemente disturbi come fruscio, ronzio, fischi. Un problema legato all’esposizione alla musica ad alto volume. E in effetti una recente ricerca condotta in Nuova Zelanda ha concluso che praticamente più della metà dei musicisti adulti ha un qualche deficit uditivo.

Un dato confermato da parecchi musicisti che hanno ammesso di avere ormai problemi di udito: dal chitarrista degli Who Pete Townshend, che qualche anno fa invitò i giovani ad abbassare il volume “se non volete diventare sordi come me”; a Sting, a Phil Collins, costretto a dover rinunciare ai concerti a causa di un grave disturbo uditivo, passando addirittura per Ludwig Van Beethoven, che nonostante avesse perduto gran parte della sua capacità uditiva continuò a comporre grandi capolavori.

Open bundled references in tabs:

Leave a Reply