Malinconia di primavera

Con la consulenza del counselor Marisa Francese, Presidente dell’Associazione Onlus ‘Punto Donna’ di Vigevano.

 

Nell’immaginario collettivo la primavera rappresenta la stagione in cui tutto rifiorisce: la natura segue il suo corso, risplendono i colori dei fiori e si accendono i profumi che richiamano all’olfatto il tepore dei giorni che verranno. Ma come reagisce il nostro corpo e da quale tipo di stimoli è solleticato? Partendo da questa domanda, è necessario evidenziare il fatto che le generalizzazioni non danno le dimensioni del problema: dire che gli uomini reagiscono in modo diverso rispetto alle donne, sarebbe un errore grossolano; certo è che la psiche femminile, proprio in questo periodo, è spesso interessata da stati malinconici, da una sorta di torpore fisico, in controtendenza con quanto comunemente si possa pensare. Voglia di scoprirsi a riposo? È proprio così e a spiegarlo bene è Marisa Francese, Presidente dell’Associazione Onlus ‘Punto Donna’ di Vigevano e counselor per le donne in difficoltà.

 

Il malessere di stagione

Per la donna la primavera è una stagione davvero strana: da un lato persiste la voglia di rifiorire da un punto di vista estetico, ci si butta a capofitto in varie attività sportive e si seguono svariate diete con l’intenzione di ritrovare la condizione fisica ottimale; dall’altro, però, non sono inusuali stati d’animo malinconici ai quali si accompagnano crisi depressive più o meno accentuate. “Non è raro avere crisi di pianto”, sottolinea il counselor, “si ha la sensazione di non farcela e si prova un senso di stanchezza anche nel raggiungere obiettivi semplici; tali disturbi dell’umore si concentrano in un periodo breve, sempre che la persona non presenti stati depressivi forti. Con il sole e l’estate che si avvicina si ha comunque una ripresa psico-fisica e cambia lo stato energetico; di conseguenza, arriva la voglia di fare, di riscoprire i colori della vita e cambiano i colori interni”.

 

Con la primavera cambiano le abitudini

Altro elemento che contribuisce a determinare uno stato di scompenso nelle donne, è un generale stravolgimento delle abitudini, a partire dal cambio d’ora avvenuto quest’anno nella notte del 29 marzo. Proprio a causa di quest’ultimo, muta il normale bioritmo e si crea una situazione di squilibrio: “Di solito, il nostro organismo, che è molto intelligente, recupera in pochi giorni, ma se ciò non dovesse avvenire”, continua l’esperta, “consiglio di utilizzare tecniche di rilassamento soffermandosi sui colori che sono molto importanti sia a livello immaginativo, sia sul piano psico-fisico e tecniche di autoimmagine che consentono di modificare lo stato mentale da negativo a positivo, sfruttando il potere di memorizzazione delle nostre cellule per ottenere sostanzialmente un mutamento della polarità dell’umore”. È chiaro che si tratta di tecniche specifiche alle quali va incontro l’attività del counselor che si dimostra un valido aiuto anche in queste situazioni.

 

Chi è il  ‘counselor’?

È un sostegno, una persona qualificata pronta a supportarvi nei momenti difficili. Rappresenta una figura diversa dallo psicologo, ma altrettanto preparata soprattutto per quanto riguarda le dinamiche psicologiche: opera sul ‘qui e ora’ valutando le cause attuali che portano ad uno stato di disagio e lavora sulla prevenzione dei problemi psicologici, abbandonando i modelli centrati sulla psicopatologia in favore di un orientamento umanistico-esistenziale. L’attività di counseling prevede:

  • il rapporto con un esperto nelle strutture che forniscono questo tipo di assistenza;
  • la ricerca di una strategia: nel concreto si evidenziano le risorse del cliente superando la classica  nozione di ‘paziente’ e si individua la strada migliore per attuare il cambiamento;
  • il riconoscimento di fattori esterni, quindi che cosa praticamente causi uno stato di malessere e ansia;
  • il rendere possibili scelte o modifiche.     

 

Le sei regole d’oro per vincere la ‘malinconia di primavera’

Allo scopo di aprire metaforicamente la porta e non ostinarsi a guardare dal buco della serratura, ecco un prontuario di piccole attenzioni che possono aiutarci a stare meglio!  

1) Riacquistare una buona autostima è il passaggio fondamentale per volersi bene.

2) Coltivare il pensiero positivo, in ogni circostanza, anche quando i problemi quotidiani sembrano insormontabili.

3) Evitare persone che vedono sempre tutto nero, perché la vita è la nostra e bisogna  sempre sperare in un cambiamento positivo della condizione di vita.

4) Prendersi cura del proprio corpo senza paura dei chili in più. Infatti, anche quelli fanno parte di noi e se proprio non li sopportiamo, bisogna impegnarsi per mandarli via.

5) Superare il problema del giudizio degli altri. Lo si dice spesso, ma in molti casi rimane una raccomandazione inattuata.

6) Aprirsi alle gioie della vita, soprattutto in primavera, quando anche la natura, con  le sue fioriture, si riscopre in tutto il suo vigore.

Seguitele e buona primavera a tutte!    

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