Mal d’amore: malattia dell’animo e del fisico

Con la consulenza del dottore Roberto Cavaliere, psicologo e psicoterapeuta

 

Spesso accade quando meno te l’aspetti ma in qualsiasi momento avvenga, la fine di un rapporto è un vero trauma: colpisce animo e cuore, e tormenta la parte della coppia abbandonata dal partner. Sotto la lente d’ingrandimento da alcuni anni, il mal d’amore è oggi considerato una patologia dello spirito che si manifesta, spesso in modo graduale, con tutta una serie di sintomi riconoscibili anche da chi non ha una preparazione medica. A spiegarne dinamiche e implicazioni di natura fisica e psicologica, il dottore Roberto Cavaliere, psicologo e psicoterapeuta conosciuto dal grande pubblico per la sua partecipazione a numerosi talk show televisivi: “Potremmo considerare il mal d’amore quale patologia a sé stante, oppure come il sintomo di altro disagio di natura psicologica o psichiatrica. Se lo trattiamo come patologia a sé, è tipico di uno stato depressivo, ansioso o ossessivo; in alcuni casi è presente solo un sintomo, in altri possono comparire tutti insieme. Quando gli stati depressivi, di qualsiasi genere siano, si cronicizzano, oppure diventano stabili e presentano dei picchi molto forti, possiamo parlare di patologia. I sintomi possono essere vari. Sul piano fisico si riscontra la classica stretta al cuore, la tachicardia, mentre dal punto di vista psicologico prevale l’aspetto depressivo, ci si sente deboli e spesso compare una sorta di astenia. Se prevale invece il sintomo ossessivo, non si trova pace, si è agitati e non è inusuale una somatizzazione della sofferenza”, chiarisce Cavaliere.

 

Approccio terapeutico e rimedi farmacologici

Come uscire dal tunnel quando si è affetti da mal d’amore? “Il primo passaggio è prendere coscienza che quando è in atto una reazione esagerata si è di fronte ad una vera e propria patologia, e non a un mal d’amore esistenziale. Alla consapevolezza, bisogna aggiungere un sostegno esterno, prima sotto forma di consulenza psicologica e poi, se viene confermata la diagnosi, iniziare un percorso di psicoterapia. Attenzione ai farmaci - tiene a sottolineare Cavaliere - se i sintomi ansiosi, depressivi o ossessivi sono forti, all’inizio si potrebbe valutare la possibilità di un aiuto farmacologico, da intendersi però come supporto e non come una medicalizzazione del mal d’amore, altrimenti tutti, alla prima difficoltà, potremmo assumere ansiolitici o antidepressivi. Infine - continua lo psicologo - un appoggio importante, in termini di consapevolezza, può arrivare dalle persone che ci circondano: notando una variazione dell’umore, marcata sempre in senso ansioso, depressivo o ossessivo possono aiutarci a tirarla fuori, contribuendo a liberarcene”.

 

Le donne: i soggetti più colpiti 

“L’amore - prosegue lo specialista - altera le dimensioni di spazio e di tempo, stravolgendole ne deriva che la sofferenza potrebbe riguardare allo stesso modo sia i rapporti di lunga durata sia quelli protratti solo pochi mesi. In questi casi, i soggetti più a rischio sono proprio le donne che tendono a richiedere più spesso sostegno e aiuto, consapevoli a riconoscere il proprio dolore; a differenza degli uomini che tendono a rimuoverlo più facilmente. La risposta terapeutica - conclude il dottore Cavaliere - è soggettiva e relativa alla situazione. Le linee terapeutiche riguardano in generale l'effettiva consapevolezza dell'accaduto, per la quale si rende necessario un distacco totale dalla fonte della sofferenza. Inoltre, è indispensabile anche un riconoscimento della fase emotiva: il dolore va espresso, e non vale la regola del chiodo schiaccia chiodo. Solo dopo il superamento della fase emotiva, si possono ricercare nuovi interessi e nuove passioni”.

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