Lo Schiaccianoci fra suggestioni e psicologia

UDINE. In una dimensione ambivalente, tra suggestioni oniriche e risvolti psicologici, si colloca Lo Schiaccianoci del Latvian National Ballet, nella versione di Aivars Leimanis da Vajnonen-Petipa, che ha aperto la stagione danza in un gremito Giovanni da Udine. C’è il sogno e con esso la paura, quella di Marie, il cui viaggio fantastico si fa metafora di una crescita verso l’età adulta dominata, in scena, da personaggi legati sia alla realtà (la festa della vigilia di Natale) sia all’inconscio (il sottosuolo, regno dei topi e il palazzo dei confetti).

Leimanis, ambienta il balletto nella sua città, Riga, veste il corpo di ballo con abiti che richiamano le maschere in un preludio al carnevale e riproduce negli interni di casa Stahlbaum e nel bosco innevato atmosfere moderne con statue, colonne, ricami argentei sul fondale. La marcia e il galop introducono gli invitati e un benevolo Drosselmeyer, più fachiro indiano che mago, il quale fa puntualmente dono a Marie del soldatino Schiaccianoci affinché l’innocenza di quel gioco ne riveli le prime pulsioni amorose. Il teatrino, utile a intrattenere i bambini e animare i giocattoli (la Bambola, Colombina, Arlecchino e i Saraceni), in questa versione viene sostituito dall’entrata di Babbo Natale e da lì a breve sui dodici rintocchi della musica l’abete natalizio cresce a dismisura così come le aspettative della protagonista: irrompono in scena i topi e malgrado il coraggio di quel giocattolo magicamente animato, sarà Marie a salvare il suo principe dalla battaglia. Con la chiusura del primo atto il corpo di ballo accende l’entusiasmo grazie all’esecuzione impeccabile dei fiocchi di neve, con schemi e disegni coreografici avvincenti e rigorosi, di indiscutibile fascino accademico. Il secondo atto diventa un gioioso “divertissement” di danze spettacolari che i solisti del complesso sanno rendere coinvolgenti per brio e capacità tecnica: Spagna, Oriente, Cina, Russia, e il duo damina-cavaliere, sostitutivo dei pastorelli. L’allestimento potenzia la pantomima e apporta delle modifiche non strutturali alla scansione scenica con citazioni coreografiche del repertorio firmato Petipa. Molto graziosa la protagonista, Elza Leimane-Martinova, dal marcato ardore fanciullesco, più scolastico il Principe di Viktors Seiko. Elisabetta Ceron

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