L’hospice apre le sue porte con una conferenza. L’occasione nella …

Si svolgerà l’ 11 novembre la “Prima Giornata Nazionale della Psicologia in Cure Palliative”. L’hospice di Pisa, con la sua responsabile dott.ssa Angela Gioia e la psicologa Debora Molli,  alle ore 17.00 aprirà le porte alle città attraverso una conferenza dal titolo  “Ti racconto l’Hospice” durante la quale i cittadini, oltre a reperire informazioni su Cure Palliative e Hospice, potranno assistere alla  proiezione di “immagini” inerenti alle emozioni e ai sentimenti che emergono nel fine vita e nel lutto. Sarà inoltre possibile dialogare liberamente sui temi emersi durante l’incontro e richiedere colloqui individuali con la dott.ssa Debora Molli, pisicologa e psicoterapeuta dell’Hospice di Pisa.

Gli psicologi e psicoterapeuti che operano in strutture Hospice del territorio nazionale danno vita questa giornata nazionale  per  divulgare la disciplina delle cure palliative, al fine di rendere ancora più esplicito l’importante approccio al sostegno del malato e della sua famiglia.

La psicologia apporta ai percorsi di fine vita, contributi che spaziano dall’assistenza al paziente e ai suoi familiari, fino alle azioni di supporto per gli operatori sanitari e per i volontari, passando per la diffusione dei contenuti della cultura del “Movimento Hospice” (nato in Inghilterra nei primi anni ‘60 del secolo appena trascorso) e la promozione degli scambi (culturali/artistici) tra cittadinanza attiva e la vita di ciascuna e di tutte  le complesse realtà umane che orbitano intorno all’Hospice e che formano la particolare “atmosfera” che lo pervade.

Tuttavia, la maggior parte del lavoro di uno psicologo in Hospice è dedicata ai pazienti ricoverati, soprattutto a quelli ancora capaci di sostenere colloqui in profondità (talvolta, nonostante la grave compromissione fisica, è ancora possibile attivare la componente creativa, al fine di migliorare la loro percezione della qualità di vita) e ai familiari che li supportano.

Assicurare alle famiglie dei degenti tutta l’attenzione necessaria e tutto l’ascolto implicitamente ed esplicitamente richiesto, costituisce – nelle cure palliative – una imprescindibile priorità. Il tempo dedicato alla presa in carico psicologica dei parenti ha una ricaduta positiva sui pazienti stessi, in quanto la qualità della “presenza”, della vicinanza emotiva e affettiva di chi assiste un malato, dipende proprio dalle sue condizioni psicologiche ed emotive.

L’effettuazione di colloqui, anche ripetuti, con i familiari (durante la degenza dei pazienti) contribuisce ad allentare le tensioni e lo stress accumulati, favorendo la liberazione di energie che possono essere impiegate nell’attività assistenziale, con vantaggio immediato per il paziente.

Inoltre, date le numerose richieste da parte dei familiari di un percorso di sostegno, per poter affrontare la sofferenza che deriva  dalla perdita del loro caro, grazie all’associazione “Il Mandorlo”,  in questi anni è stata attivata l’attività di sostegno psicologico al lutto, al fine di favorirne una fisiologica elaborazione, prevenire l’insorgere del “lutto complicato” e degli effetti ad esso conseguenti (disturbi d’ansia, depressione, somatizzazioni, attacchi di panico, etc).

Talvolta i familiari che usufruiscono del sostegno psicologico appartengono alle “fasce deboli”, come ad esempio soggetti che vivono in condizioni di quasi completa solitudine e soggetti con lievi disabilità psichiche o sociali.

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Fonte: Azienda Usl 5 Pisa

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