L’ultimo bollettino pubblicato dalla Banca d’Italia non lascia spazio alle interpretazioni: il debito pubblico italiano sfonda quota 2'000 Mld di euro (per la seconda volta). Nella vita esistono percezioni psicologiche che rendono cose simili (ad esempio il prezzo di un dentifricio) molto differenti se solo quella cifra iniziale fosse più bassa, poi non conta se la differenza tra i nostri dentifrici sia solo di 1 cent, lo 0.99 sugli scaffali del supermercato vale molto meno (nelle nostre menti) di quell’ euro pieno, tondo.
Lasciamo da parte ogni divertente analogia e strategia di marketing, la soglia psicologia che spaventa gli analisti ed i mercati è un’altra, quella quota 2'000 Mld di euro superata dal debito sovrano a Gennaio 2013.
LA SOGLIA UTOPISTICA Esattamente le cifre parlano di un indebitamento complessivo di 2'022.7 Mld di euro con un aumento netto dell’indebitamento di 34 miliardi euro, cifre da capogiro se rapportate all’economia reale del nostro paese. Infatti sempre più ampia sembra la forbice che in percentuale ci separa dai parametri del Patto di Stabilità e Crescita (il Trattato di Amsterdam) che seppur scritto con criteri di assoluto rigore nell’ottica di una perfezione e bilanciamento della finanza pubblica più che reale, oggi decisamente utopistica, colloca a quota 60% il rapporto tra debito pubblico e Pil (cifra che ricordo al lettore meno attento venne considerata nel lontano 1997 come necessaria affinché un paese potesse aderire all’ Eurozona) mentre l’Italia piazza un 127% temibile (media eurozona: 90%) dovuto, in verità, anche alle variazioni negative del PIL che aggravano notevolmente il conteggio.
UN AUMENTO INESORABILE Il debito pubblico italiano è in costante aumento come confermano i dati pubblicati dalla Banca D’Italia, nell’ultima legislatura (2008-2013) il debito pubblico italiano è aumentato delle cifra record di 356 Mld, passando dai 1'666 Mld del 2008 ai 2'022 Mld di Gennaio, gli aumenti sono dovuti in parte negli anni scorsi da un eccesso di spesa pubblica che nel corso del tempo si è affievolita conseguendo in ordine cronologico prima il pareggio di bilancio strutturale poi il pareggio primario, mentre sempre maggior peso ha assunto il “costo” del debito, infatti la crisi dello spread che sta attraversando l’Italia ha provocato un aumento robusto del premio di rischio richiesto dagli investitori.
L'ULTIMO BALZELLO Come riportato dai maggiori quotidiani nazionali e dal bollettino della Banca D’Italia: “l’incremento non sembra derivare, se non in una parte molto piccola, dalla formazione di nuovo fabbisogno, che è stato pari nel mese a 0,9 Mld”; “l’emissione di titoli sopra la pari e l’apprezzamento dell’euro nel complesso hanno operato in senso opposto per 0,5 miliardi”, lo scorporamento: “Con riferimento alla ripartizione per sottosettori, il debito delle Amministrazioni centrali è aumentato di 34,5 miliardi, quello delle Amministrazioni locali è diminuito di 0,5 miliardi e quello degli Enti di previdenza rimasto sostanzialmente invariato”.
Come fanno notare gli analisti di Intesa Sanpaolo “finora la crisi politica italiana ha inciso in misura relativamente contenuta sulle quotazioni del debito e non ha impedito uno spettacolare decoupling di Spagna, Irlanda e Portogallo dal mercato italiano. Sarebbe però avventato pensare che qualsiasi sviluppo sia indifferente, e che il rischio di contagio sia del tutto superato”.
Anche l’aumento relativo alle entrate tributarie aumentate di 30,8 Mld (0,8%) fa notare la Banca D’Italia è dovuto principalmente alla disomogeneità di alcune entrate per via della presenza di anticipi e slittamenti di cassa.
QUANTO COSTA? La Banca D’Italia calcola in 4% il tasso di interesse medio pagato sul debito (ponderando tassi a breve, medio e lungo periodo) per un costo globale di 82 Mld di euro l’anno. La cifra è ovviamente stratosferica, per chiarire meglio, ogni italiano paga un conto medio di 1360 euro l’anno. Dato che da molti analisti la “crisi dello spread” ha influito all’incirca per 1/4 sugli interessi, questa crisi costa 360 euro l’anno, oltre 1000 euro a famiglia, ecco signori, cosa continua a strozzare l’economia italiana.
Andrea Bovenzi
Informazioni e funzioni aggiuntive:
Puoi leggere questo articolo a pagina:
19079
OkNotizie:
Twitter:
Facebook:
Google +1:
Short Url:
http://goo.gl/tmj5Q